Skip to main content

Non si possono paragonare le mele con le pere. Ma quanto mi piace quando si paragonano le mele con altre mele e le pere con altre pere!

Mettiamo i prodotti a confronto

Due, o più, prodotti allo specchio

Quanto mi piace la pubblicità comparativa!

Mi piace perchè è:

  • utile
  • immediatamente comprensibile
  • chiara

Due, ma anche più prodotti, messi a confronto; le caratteristiche vengono esplicitate, le differenze vengono evidenziate. E’ evidente che non sia una comunicazione imparziale, ovviamente si fa presa su una caratteristica. In ogni caso è un modo per fare arrivare ai consumatori delle informazioni in più.

E’ una forma di pubblicità che piace ai consumatori decisamente più di quanto piaccia alle aziende … infatti se ne vedono ben poche.

Appena uscì la regolamentazone che permetteva di fare le pubblicità comparative, ne pubblicarono molte. Sia sui giornali, cartelloni … insomma su carta, sia in televisione. E poi? Poi chi nel confronto risultava non essere all’altezza di chi confrontava, l’altro prodotto insomma, si incavolava. E vai di denunce … che arrivare ultimo non piace a nessuno.

Regole difficilmente raggirabili … o no?

Dicevo che, quando in Italia la legge ha stabilito che era una forma praticabile, i pubblicitari si sono scatenati … e sono iniziate le cause in tribunale. Perchè la pubblicità comparativa può essere fatta ma a patto di seguire delle regole. E mi pare pure giusto.

Di certo non può essere:

denigratoria

falsa

scorretta

incoerente

Per evitare proteste dei concorrenti, alcune aziende hanno trovato l’escamotage di paragonare il loro prodotto con un altro, evitando di farne il nome. Viene citato il “principale concorrente” … ognuno può decidere quale sia il  “principale concorrente“. Non mi sembra proprio corretto, ma va proprio così.

Com’era quel detto? Fatta la legge, trovato l’inganno. 

Insomma, vai a sapere come e perchè, se ne vedono sempre di meno. Peccato.

Activia

Quanto mi piace la pubblicità comparativa

A me piace perchè è una forma pubblicitaria che deve stare sul pezzo. Voglio dire che, invece di vedere cose che non c’entrano nulla col prodotto, che sia uno sponsor o un paesaggio ad esempio, mi sembra più interessante conoscere le caratteristiche dell’oggetto reclamizzato.

Come qualsiasi altra réclame, anche questa ha la finalità di vendere e di magnificare il prodotto pubblicizzato. Ma questo noi consumatori lo sappiamo e abbiamo imparato a fare “la tara” a qualsiasi tipo di pubblicità.

La pubblicità è l’anima del commercio

Volevo tanto scriverlo anche io 🙂

La rèclame di per sè non ha nulla di male, di sbagliato, di scorretto … perchè è evidente che abbia una determinata finalità.

Fino a qualche tempo fa c’era la questione della pubblicità occulta, ad esempio i prodotti inseriti nei film. Oggi c’è una legge per cui, nei titoli di coda o addirittura in scrittura sullo schermo, è dichiarata la presenza di prodotti pubblicitari. https://it.wikipedia.org/wiki/Pubblicit%C3%A0_indiretta

Ma deve sempre essere veritiera ossia non ingannevole e non può e non deve essere denigratoria. E su questo è sufficiente guardare gli articoli che ho scritto su Femmes et réclame per capire che non va proprio sempre così! https://flaviaepsiche.it/category/femmes-et-reclame/