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Psicopandemia della vita quotidiana: che Freud mi perdoni per aver osato parafrasare il titolo di una pietra miliare della Psicologia, ma era servita su un piatto d’argento.

Iniziamo con Freud

Il mio titolo arriva dritto dritto dal suo

Il titolo Psicopandemia della vita quotidiana l’ho fatto derivare dal Suo saggio  “Psicopatologia della vita quotidiana”, Freud ha scritto la prima edizione nel 1901 e poi ci ha lavorato su per un’altra decina di volte. Mi perdonerà se ho preso a spunto il suo titolo (e non solo) per scrivere un articolo da blog. Ma questa pandemia ha portato molte persone a conoscere aspetti patologici nella vita di tutti i giorni: ansia, depressione, trauma … e via di questo passo. Alcuni pensano che sono disturbi che c’erano già, dormienti, latenti diciamo tecnicamente. Quel che è certo è che questa pandemia ha tirato fuori da ognuno di noi molti aspetti insospettati.

Se vuoi saperne di più sul caro Sigmund https://www.stateofmind.it/bibliography/freud-sigmund/

Quella pietra miliare della Psicologia descrive:

  • atti mancati;
  • dimenticanze;
  • lapsus;
  • superstizioni …

Freud contestualizza tutto ciò nella vita quotidiana e lo incornicia con la nevrosi. Credo che con quello che abbiamo passato, la nevrosi reattiva sia da mettere in conto e credo anche che fare come gli struzzi sarebbe inutile, quando non dannoso.

Pandemic fatigue

Oggi possiamo prendere quelle stesse psicopatologie e attribuirle alla nevrosi causata dalla pandemia, poi possiamo chiamarla Pandemic Fatigue o Stress da Pandemia e possiamo declinarla a livello sociale o individuale, ma sempre della vecchia nevrosi di freudiana memoria si tratta. E ci siamo dentro con tutte le scarpe, chi più chi meno.

La Pandemic fatigue è la sensazione di stanchezza e sfinimento dovuta a uno stato di crisi prolungato. Una sensazione che non riusciamo più a controllare e che porta anche a rifiutare le protezioni perchè viene meno lo spirito e la capacità di adattamento. Cosa vuol dire?

Vuol dire che all’inizio di questo periodo eravamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Eravamo nel mood del ce la faremo tutti, ne usciremo vicnitori  e via di questo passo … forse un pò sopra le righe davanti ad un evento sconosciuto ed imprevedibile. Ora non è più così e molte persone vivono i dispostivi di protezione come fossero un’imposizione e non, appunto, una protezione.

Ah, ecco come mai …

Eh sì, ecco come mai diverse persone, che hai sempre considerato come persone di buon senso, adesso:

  • rifiutano le restrizioni
  • non vogliono usare la mascherina
  • di igienizzare le mani non se ne parla proprio
  • si ritrovano in assembramenti
  • non rispettano le regole e le indicazioni
  • eccetera, eccetera

La soglia della sopportazione non è uguale per tutti. Oggi è tanto di moda la parola “resilienza”, ossia la capacità di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Ecco, la resilienza non ha nulla a che fare con la pandemic fatigue. Sono esattamente due fenomeni opposti, mentre la prima è la capacità di adattamento anche a situazioni difficili e stressanti, la seconda indica esattamente il contrario.

La sintomatologia

L’elenco di sintomi che segue non sta ad indicare che chi vive la Pandemic Fatigue li prova tutti e contemporaneamente. Vuol dire che, a seconda del livello del disturbo, si possono provare queste sensazioni.

  • Sentire di avere la testa tra le nuvole, non per la leggerezza data da una gioia, ma per la difficoltà di concentrazione;
  • Avere la sensazione di avere finito i giga della propria memoria e dimenticarsi persino in che giorno si vive;
  • Muoversi con l’intenzione di fare una cosa e poi farne un’altra;
  • “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”, così diceva Eduardo De Filippo e, all’improvviso, lo pensi pure tu;
  • Rifiuto delle norme e delle regole;
  • Desiderio di libertà;
  • Provare un retrogusto di tristezza;
  • Provare rabbia senza motivo;
  • Aver voglia di fare niente;
  • Avere la sensazione di vivere in un loop temporale, come in quei film in cui ogni giorno ci si risveglia ed è sempre lo stesso giorno.

La psicopandemia quotidiana

Se stai vivendo queste esperienze stai vivendo la tua Psicopandemia della vita quotidiana, l’altra faccia del virus che non avevamo previsto ma che adesso va affrontata. Fai conto che sia arrivato un ospite inatteso, improvviso, nemmeno tanto gradito e che devi offrirgli un pranzo che non avevi programmato. Subito ti agiti un po’, ti preoccupi, poi apri dispensa e frigorifero e qualcosa aggiusti di sicuro perché hai le tue riserve e riesci a organizzare un pranzo di tutto rispetto. E se proprio non ci riesci, se proprio fai fatica, se credi di non riuscire a far tutto, ordina un delivery.

L’ospite indesiderato è la psicopandemia, la dispensa e il frigorifero sono la tua psiche e le tue capacità, le riserve sono le tue risorse interiori. Stai a vedere che con l’occasione trovi qualcosa che nemmeno sapevi più di avere, un nutriente psichico che stava lì tra la fiducia e la capacità di so-stare nel dubbio, proprio dietro alla funzione autoriparatrice. E se proprio non ci riesci, se proprio fai fatica, se credi di non riuscire a far tutto, il tuo delivery è una psicologa (una a caso eh) che ti sostenga un po’.

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