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C’è la comunicazione e poi parole, parole, parole. E' difficile comunicare in modo corretto, ma è importante imparare a farlo perché la comunicazione è relazione

C’è la comunicazione e poi parole, parole, parole

Siamo esseri sociali per natura e probabilmente anche per necessità, l’essere umano si differenzia dagli altri esseri animali proprio per la PAROLA. Iniziamo a parlare fin da piccolissimi, si chiama lallazione quel modo strano che abbiamo di cercare di metterci in relazione con gli altri attraverso la parola. E da lì in avanti è tutto un bla bla bla.
Comunicare vuol dire mettersi in relazione, creare legami; tutto il resto è scambio di informazioni, parole-parole-parole.
Comunicare nel modo corretto, rispettando l’altro e ascoltandolo vuol dire creare un legame, scambiare non solo parole, ma emozioni, intenzioni, gesti, comportamenti e atteggiamenti. Qualcosa di più di parlare.
La comunicazione è regolata da tanti passaggi, ci sono molti aspetti da conoscere e da applicare. Tra questi gli stili di comunicazione e la distanza da rispettare sono tra gli aspetti più importanti.

Gli stili di comunicazione

Lo stile della comunicazione è il modo in cui una persona comunica, a livello verbale e non verbale.
Lo stile comunicativo non è definito una volta per tutte ma tende a cambiare a seconda

  • dell’età
  • del livello culturale
  • delle esperienze
  • delle situazioni

In generale si può affermare che ognuno di noi ha uno stile predominante, ma che è possibile (e in certi casi auspicabile) cambiarlo nel corso del tempo per scegliere quello che è più funzionale.
Uno stile di comunicazione può non essere funzionale nel senso che ci mette in relazione con le altre persone in un modo che non è creativo, generativo, ma al contrario è distruttivo. Anziché favorire il legame, anziché metterci in relazione con gli altri, uno stile comunicativo non funzionale fa l’effetto di una calamita girata al contrario. Al posto di attrarre, respinge. Per questo motivo è importante capire come ci mettiamo in comunicazione con gli  altri e se ci rendiamo conto che il nostro stile non va bene, è importantissimo cambiarlo!

Gli stili di comunicazione svolgono due funzioni:

  1. Rinforzare o sminuire il contenuto della comunicazione
  2. Creare una identità comunicativa, un tratto distintivo di chi comunica.

Tipi di stili

Gli stili comunicativi possono essere suddivisi in tre categorie:

Lo stile passivo

è tipico di chi non vuole prendere una posizione, non vuole sbilanciarsi e tenta di stare di stare in equilibrio senza dire esattamente come la pensa; tende ad evitare sia responsabilità sia eventuali conflitti. In questo modo il soggetto permette agli altri di scegliere per lui e non raggiunge i suoi personali obiettivi. Ma il timore di essere giudicato male è per lui più importante ed è ciò che prova in tutti i modi ad evitare. Usa spesso un tono di cantilena, monotono, parla spesso sottovoce ed è esitante. Questo modo di comunicare offre dei finti vantaggi che consistono nell’evitare conflitti nell’immediato (in realtà sono solo rinviati), si assumono minori responsabilità (ma poi si subiscono le scelte altrui).

Lo stile aggressivo

appartiene a chi ha la tendenza a dominare e svalutare gli altri; esprime le emozioni (negative) in modo fuori controllo e non si fa problemi a raggiungere i suoi obiettivi a spese degli altri. Ha la tendenza ad impartire ordini, ad esprimersi in modo violento e, a volte, maleducato; si impone, è giudicante. Usa un tono di voce alto e molto deciso, talvolta sarcastico, talvolta freddo e distaccato. Lo stile aggressivo porta spesso risultati nell’immediato perché il ricevente è spaventato, inoltre la persona sente di esercitare una forma di controllo sugli altri e si attribuisce potere. In realtà le relazioni fondate su questo stile comunicativo non sono legami di tipo affettivo o di stima, bensì basati sul timore e la soggezione. Spesso adotta uno stile manipolativo tende a raggirare l’interlocutore e per farlo cambia, distorce, trasmette in modo sbagliato le informazioni. E’ seduttivo, spesso induce sensi di colpa e di inadeguatezza. La finalità è di ottenere ciò che vuole senza ricorrere a una franca aggressività, ma assumendo il ruolo di vittima.

Lo stile assertivo

è uno stile comunicativo di tipo socievole, la persona è sicura di sé e aperta al confronto; sa comprendere gli altri e rispettarli ed è in grado di salvaguardare i propri diritti. Esprime la sua posizione, si assume le sue responsabilità, ammette i propri errori, riconosce i meriti altrui. Di fronte ad una comunicazione assertiva, il ricevente si sente a proprio agio e sa di poter anche egli esprimere il suo punto di vista serenamente.

C’è la comunicazione e poi parole, parole, parole

Manteniamo le distanze

Quando si parla è importante

  • ciò che si dice
  • come lo si dice
  • a che distanza lo si dice

E’ sufficiente immaginare una scena in cui una persona, specialmente se non conosciuta o appena conoscente, si avvicina troppo durante un colloquio. Il fastidio che si percepisce è notevole!
Edward Hall,  ha definito quattro tipologie di distanze interpersonali e ne ha descritto le caratteristiche:

1. Distanza intima

Va da 0 a 45 centimetri e rappresenta il Territorio primario, ossia quello spazio intimo ed esclusivo, dove gli altri non possono entrare senza il permesso. Quando accade che qualcuno invade questo territorio senza il nostro permesso ci sentiamo minacciati.

2. Distanza personale

Va da 45 a 120 centimetri, è definito come Territorio secondario, in cui l’individuo si sente comunque al sicuro, tra amici. Oltrepassare questa linea può essere interpretato come un tentativo di avvicinamento ma anche come un’invasione di campo.

3. Distanza sociale

Va da 120 a 350 centimetri ed è lo spazio riservato alla comunicazione tra conoscenti o in rapporto di lavoro. Sono le distanze da adottare nei rapporti di tipo formale. Siamo in quello che viene definito come Territorio pubblico, una zona disponibile a tutti, in uno spazio che permetta di trovare il proprio confort.

4. Distanza pubblica

Supera i 360 centimetri, è quello spazio in cui vengono notati i personaggi pubblici, mentre gli altri a questa distanza sono percepiti come parte dell’ambiente.

 

Link

https://www.stateofmind.it/2022/01/comunicazione-sviluppo-assiomi/
https://it.wikipedia.org/wiki/Comunicazione

https://flaviaepsiche.it/2021/03/30/la-difficolta-di-decodificare
https://flaviaepsiche.it/2021/06/09/la-psicologia-abbigliamento-dal-1930-a-oggi/