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Il bisogno è proprio il tuo? Se non lo è vuol dire che è del servizio marketing che funziona benissimo, ma tu devi accorgertene se vuoi davvero scegliere

Il bisogno è proprio il tuo?

Una frase che ripetiamo spesso per giustificare un acquisto inizia con “ho bisogno di …”. Si tratta di un concetto apparentemente semplice e sufficientemente valido per farci procedere ad un acquisto. Ma, se ci riflettiamo un po’, possiamo scoprire che spesso non è così vera.

  • Siamo proprio sicuri di avere bisogno di quella maglia quando ne abbiamo altre venti?
  • E’ così sentito il bisogno di un nuovo cellulare quando il nostro funziona benissimo?
  • E, soprattutto, cosa è un bisogno? Quando è nostro e quando è indotto?

Il mondo dei bisogni reali è decisamente più piccolo di quello che immaginiamo, specialmente se parliamo di prodotti e di oggetti. Probabilmente è, invece, più vasto se parliamo del mondo dei servizi e delle esperienze. La maggior parte delle cose che definiamo così in realtà appartiene ai finti bisogni/bisogni indotti.
Siamo immersi fino al collo nella pubblicità e il marketing orienta quasi tutte le nostre scelte, questo è un fenomeno a cui è difficilissimo sottrarsi. Ma è importante saperlo, rendersene conto.
A livello psicologico comperare vuol dire ridurre la sensazione di provare un bisogno che è ciò che ci spinge all’azione. Ovviamente quando si sente un bisogno, comperare non è l’unica soluzione possibile, infatti si può non farlo creando la sensazione di insoddisfazione, oppure è possibile reprimere il bisogno stesso cambiando atteggiamento e le proprie considerazioni.

Comprendere l’origine di questa sensazione non è solo importante al fine di fare acquisti consapevoli, ma anche per incanalare le nostre energie verso qualcosa di autenticamente nostro e non indotto da influenze esterne.

La teoria dei bisogni di Maslow

Il punto da cui possiamo partire è quello della teoria dei bisogni di Maslow e della sua famosa piramide che evidenzia i livelli di bisogni degli individui.
Con la questione “bisogni” siamo giusto all’inizio del processo decisionale di acquisto, che è complesso e tortuoso che contiene:

  • elementi controllabili e molti che, al contrario, non lo sono
  • valutazioni possibili e altre imprecise e instabili.

Infatti la maggior parte delle strategie decisionali si basano più su sensazioni e intuito che su calcoli razionali. E poi ci sono il marketing e la pubblicità che ci mettono lo zampino.

Tutto ciò è spiegato benissimo da Dario Bressanini:

Quando «consumiamo» un oggetto che abbiamo acquistato, sia in senso metaforico, per esempio guidando un’automobile, oppure in senso letterale, mangiando un cibo particolare, il piacere che ne traiamo non dipende soltanto dalle caratteristiche intrinseche dell’oggetto in questione (il design dell’auto o il sapore di quell’alimento). Per molti beni che hanno una forte carica simbolica, perché correlati allo status sociale o alla costruzione dell’immagine di sé, una buona parte del godimento può derivare da aspetti che non hanno nulla a che fare con l’oggetto. Così, per un gruppo più o meno ampio di persone, il prezzo può addirittura far parte dell’esperienza gustativa.”

 

Link

https://it.wikipedia.org/wiki/Consumismo
https://www.federconsumatorier.it/il-consumo-sostenibile-e-il-consumismo-la-moda-ecostenibile-un-opportunita-per-aiutare-il-pianeta-e-salvaguardare-le-generazioni-future/

https://flaviaepsiche.it/2023/04/12/resta-di-stucco-e-un-barbatrucco/
https://flaviaepsiche.it/2024/02/23/siamo-a-un-passo-dal-punto-di-non-ritorno/

 https://flaviaepsiche.it/2023/06/02/quello-che-il-consumatore-non-sa/