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Quanta fretta, ma dove corri? diceva così una vecchia canzone ed è il caso che iniziamo a dirlo anche noi. Si può rallentare per godersi il percorso che è parte integrante del viaggio.

Quanta fretta, ma dove corri

Sembra che le ore del giorno non siano mai sufficienti per fare tutto quello che si vorrebbe fare, mentre lo scrivo canticchio “Il gatto e la volpe” di Bennato e mi chiedo “ma dove vai?”
Rispetto a qualche anno fa me la sto prendendo con più calma, ho cambiato la mia filosofia di vita e mi ci sto trovando bene!!!
Mi sono accorta che le tartarughe non sono famose per la loro velocità, ma sicuramente lo sono perché campano a lungo e chissà che non ci sia un nesso di causalità.
Un’altra cosa di cui mi sono accorta è che faccio tutto, esattamente come prima, ma lo faccio con maggiore consapevolezza e gusto.

Confessione

Ero una di quelle persone che lavoravano ininterrottamente, spesso anche di notte. C’era sempre qualcosa da fare e, per me, era tutto urgente.
Non staccavo mai, nemmeno in vacanza. Prima ancora di fare la valigia mi preoccupavo di sistemare il computer da portare con me; controllavo di avere tutti i file a posto, facevo l’elenco delle cose da sistemare e, per sicurezza, portavo anche delle chiavette USB con ulteriore materiale.
In sottofondo avevo sempre la mia voce che ripeteva “sono stanca” e lo ero davvero, sempre. Al punto di non godermi niente, nessun momento era davvero di relax, perché la testa andava sempre a nuovi progetti, nuove idee, robe da sistemare. Alla fine di questi giri in giostra solo raramente ero soddisfatta perché non mi godevo niente, finita una cosa ne iniziava un’altra.
Ogni storia ha sempre un suo perché, c’è sempre un motivo per i nostri comportamenti e, in mia difesa assoluta, posso dire che il mio era assolutamente valido e concreto. Inoltre mi ero data dei limiti di tempo, avevo stabilito che avrei lavorato a testa bassa fino a raggiungere un determinato obiettivo. Quando ci sono arrivata ho tirato i remi in barca, mi sono detta ADESSO BASTA e ho cercato il mio ritmo. Ci ho messo un po’ a trovarlo, ma adesso lo conosco benissimo. Il mio ritmo è quello che:

  • mi permette di affrontare le cose senza farmi prendere dallo stress
  • non mi mette nella condizione di dover sacrificare la mia vita privata
  • mi lascia il tempo per organizzarmi al meglio
  • non mi fa confondere sulle priorità

E tu?

Cosa ne pensi di tutto ciò?

Quanta fretta, ma dove corri?

Credo che sia esperienza comune quella di aver trascorso periodi così, tutti in salita e facendo tanta fatica. Se si tratta di un periodo, di una parentesi all’interno della vita, non si può fare altro che affrontarlo a muso duro aspettando di aver sistemato le cose. Il guaio avviene quando si trasforma in un modus operandi! Lì ci si deve fermare, è necessario riflettere e capire se e cosa c’è sotto!

  • A volte possono esserci problemi che sembrano ancora più difficili da affrontare e il lavoro diventa una fuga
  • Altre volte si cerca una soddisfazione dove sembra più facile da trovare
  • Altre ancora si riempie un tempo e uno spazio che appaiono vuoti
  • e mille altri “perché” che possono essere diversi di caso in caso

Ciò che è davvero importante è guardarsi dentro e riordinare il caos che a volte ha il sopravvento, che poi il caos mica è sempre negativo. Ce lo ha insegnato Nietzsche quando ha detto che

Bisogna avere il caos dentro di sé

per partorire una stella danzante

E’ certo però che è necessario darsi dei limiti, non tirare troppo la corda perché anche la più robusta si rompe. Di tanto in tanto è consigliabile fermarsi, fare un bilancio e fissare dei punti, che devono essere fermissimi, in cui la priorità è SE STESSI.

 

Link

https://flaviaepsiche.it/ebook/

https://flaviaepsiche.it/2022/02/13/l-ansia-ci-piace-proprio-eh/

https://www.youtube.com/watch?v=7ceaeZLsGBc

https://www.osteoclinic.it/dolore/cosa-provoca-lo-stress/