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Festival di Sanremo: the days after; ne sono passati di giorni e quelle canzoni adesso sono nell'aria, quelle che ci sono piaciute e le altre

Festival di Sanremo: the days after

Il Festival è finito ormai da giorni e le canzoni hanno preso la loro direzione. Non mi sono persa nemmeno una serata, come faccio sempre, perché a me piace proprio tanto. Tu lo guardi?

Trovo interessante il dibattito che si crea tra chi segue il Festival e chi lo evita come fosse Belzebù, questo fenomeno non succede nemmeno per il Grande Fratello. Ci si accanisce proprio, si è venuto a creare un pregiudizio secondo cui chi non lo segue si presenta come fosse superiore a certe banalità se non addirittura al male!
Personalmente me ne sono fatta una ragione da tempo, lo guardo, lo dico e aggiungo anche che mi diverto, mi sono piaciute anche le edizioni che proprio bene non erano venute 😉
Il Festival è come la pubblicità, rappresenta un momento specifico della nostra Italia, mette in scena i cambiamenti e le solite cose allo stesso tempo perché è esattamente così che convivono nella vita quotidiana. Lo si può guardare in tanti modi, ma forse se lo si osserva come fosse uno specchio diventa una lente che aiuta a capire qualcosa di più.
I temi c’erano proprio tutti, non solo nelle canzoni, dico proprio nel clima sanremese:

  • C’erano tante donne, il desiderio che fosse una di loro a vincere a rappresentare non solo le pari opportunità, ma proprio la possibilità di sfondare anche quel tetto di cristallo. Non è un caso che da anni a vincere fossero sempre uomini, più visibili, più forti o come diceva quella vecchia ricerca “i bambini maschi alle feste mangiano la fetta di torta più grande perché la vogliono di più“.
  • C’era la moda maschile che sta cambiando tantissimo, più di quella femminile. E’ audace, osa, prova.
  • C’era il dialetto, perché la nostra lingua nella quotidianità è anche dialettale e perché Napoli ha una tradizione canora che è tutta sua e la porta in giro con orgoglio.
  • C’era la gioia e anche il lutto e pure la patologia

Mi piace tutto l’ambaradan che si viene a creare intorno a questa kermesse e se si tratta solo di canzonette e festicciole, che ben vengano: cinque giorni di leggerezza in un anno mi sembra che ci possano stare alla grande!

Festival di Sanremo: the days after

In questa edizione mi sono piaciute così tante canzoni che avrei voluto un podio molto più grande, più di un primo posto. Ammetto che Angelina Mango è stata l’interprete che ho preferito, ma aveva dei riferimenti che in qualche modo mi appartengono:

  • Etro è una delle case di moda che trovo più intriganti da sempre
  • La mia tesi di laurea era sulla moda
  • Madame è una delle autrici che ritengo più innovative

A questo punto era la somma a fare il totale 😉

Ma tante altre canzoni mi sono piaciute tanto, quella della Mannoia più ancora di quella della Bertè. E quante ce ne erano a sfondo psicologico? Metto il link a quella di Diodato, un viaggio introspettivo meraviglioso!!! https://it.video.search.yahoo.com/search/video?fr=mcafee&ei=UTF-8&p=diodato+ti+muovi&type=E211IT105G0#id=1&vid=1710b38494abd453da1b3f870b682e4b&action=view

Quando mai così tante parole sulla Psiche: che bello!
E siccome non è vero che sono solo canzonette, anche il sociale, difficile e terribile che stiamo vivendo, era lì su quel palco. Interpretato con l’eleganza di Ghali o con l’esuberanza di Dargen.

Link

https://it.wikipedia.org/wiki/Festival_di_Sanremo_2024
https://www.vanityfair.it/article/sanremo-2024-look-outfit-vestiti-finale-abiti-ultima-serata
https://flaviaepsiche.it/2023/02/07/73-edizioni-del-festival/
https://flaviaepsiche.it/2023/07/01/la-soluzione-c-e-fai-come-vuoi/