”I bambini interiori a Natale devono venire fuori! Datti da fare che anche dentro di te c'è l'infanzia che scalpita ancora, falla uscire!
I bambini interiori a Natale devono venire fuori!
Lo dico da sempre che non ho nessuna intenzione di smettere di credere a Babbo Natale https://flaviaepsiche.it/2022/12/04/ma-credi-ancora-a-babbo-natale/ e cerco di avere cura della bambina interiore che, spero, non mi abbandonerà mai.
In ogni adulto c’è il bambino che è stato, con la sua infanzia, bella o brutta che sia stata. E, anche quando la vita non è stata generosa con l’infanzia, c’era la funzione, la necessità e c’erano tutte le caratteristiche interiori da infante. Sono quelle che vanno conservate, prima ancora della storia di vita.
la voglia di giocare
la ricerca della felicità
il credere nelle magie
l’innocenza
la generosità
il desiderio di dare e avere affetto
Se vuoi conservarle cercale dentro di te, che ci sono. Possono essere più o meno a portata di mano, più o meno nascoste, ma ci sono. E Natale, con tutte le sue luci e i suoi colori, con la colonna musicale, con i cori, i regali, i dolci e la sua storia, è assolutamente il momento giusto per recuperare tutti quei bambini interiori che si sono un po’ smarriti qua e là.
- Te le ricordi le emozioni positive che vivevi nell’infanzia e la loro intensità?
- E la speranza? Pensavi che qualcosa di positivo sarebbe accaduto, pensavi che una fata avrebbe risolto tutto.
- Sognavi e ogni sogno finiva bene
- Amavi tutto e tutti e pensavi che tutto e tutti amassero te
- Ti sentivi forte e invincibile
- Volevi giocare
- Volevi la felicità
Oggi siamo noi i Babbo Natale di qualcuno e, facendo vivere l’intensità di quella felicità, la riviviamo anche noi e ce la abbiamo lì, a portata di mano. Perché non afferrarla?
E’ vero che, col tempo, le storie si complicano
Certo ad una certa tutto è più complesso, le storie si sono stratificate, gli anni da contare sono tanti. Ci sono molte assenze, tante sedie vuote. Ma possiamo provare a ricordare con un sorriso tutto il tempo in cui quelle sedie sono state occupate e lasciare fuori dalla porta la tristezza. Possiamo fare entrare un po’ di malinconia, quella sì. Ma è una sensazione del tutto differente dalla tristezza, è dolce.
E’ la malinconia
(F. Califano)
Dei libri imporverati sur comò,
che ho appena aperti e che mai rivedrò
le mie chitare che ho dimenticate,
per tera co’ le corde arugginite
er caminetto nun l’ho acceso più,
da quanno a casa nun ce sei più tu
le lettere so’ ormai ‘na rarità, de tutto er resto che ne parlo a fa’
È la malinconia… è la malinconia… è la malinconia…
Un vecchio pescatore nun po’ più,
portà la barca a remi fin laggiù,
se guarda er mare suo co’ nostalgia,
poi spegne la lampara e così sia.
Cammina ma nun c’ha ‘na meta sua,
o’ ‘n’ ombra che je tiene compagnia,
‘na vita dedicata tutta ar mare,
ch’è stato er primo e l’urtimo suo amore.
È la malinconia… è la malinconia… è la malinconia…
‘N amico che nun ricordavi più,
lo incontri ‘n giorno co’ diec’anni’n più
c’ha tante rughe che te fa’ pietà e odi le parole: tempo fa !
Perché nun poi fa’ a meno de pensà,
che pure tu sei nato pe’ ‘nvecchià
e te fai ‘n pianto sulla vita tua, perché la trovi inutile follia.
È la malinconia… è la malinconia… è la malinconia…
Link
https://flaviaepsiche.it/2021/12/20/il-sessantesimo-natale/
https://curiosando708090.altervista.org/il-natale-negli-anni-60-e-70-ecco-come-era/