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Il consumo nel periodo natalizio sta diventando un problema serio; non è facendo come gli struzzi che si affronta il tema del denaro.

Il consumo nel periodo natalizio

Mi sembra che, nella nostra epoca, siano rimasti ancora due tabù da affrontare e uno riguarda il denaro. Parlarne sembra essere disdicevole, specialmente quando si tratta di affrontarne la mancanza; se i soldi scarseggiano pare sia meglio fare finta di niente e comportarsi come se ce ne fossero. E’ un fenomeno strano, ma molto diffuso.
C’è stato un tempo in cui il mito della ricchezza non era predominante come ai giorni nostri e parlare delle difficoltà economiche non era considerato sconveniente. Semmai c’era un confronto tra persone, ci si scambiava idee su come sbarcare il lunario, ci si sosteneva e si scambiavano anche gli oggetti. Il prestito di oggetti era diffuso, così come il passaggio di cose tra una famiglia e un’altra. Era considerato normale:

  • Riparare
  • Non sprecare
  • Recuperare
  • Passare di mano in mano
  • Creare

Tutto ciò, con il tempo, si è andato sempre più perdendo e molte di queste attività sono proprio viste di cattivo occhio. Passarsi gli abiti tra amiche ad esempio è una cosa che si fa sempre meno, si fa ancora solo per abiti e oggetti dei bambini piccoli perché vengono utilizzati così poco che, quando passano di mano, sono ancora praticamente nuovi.
Ma tu che sei nei pressi dei 60 ricordi quanti giri poteva fare, ad esempio, una gonna?
Nelle case di noi “attempati” non si fa fatica a trovare biancheria della nonna, soprammobili della casa dei genitori, gli abiti del matrimonio di 40 anni prima, il famoso corredo … Che se vogliamo dirla tutta, in alcuni casi si esagera anche perché la casa non può e non deve essere un reliquiario né un negozio di rigattiere. Ma l’idea di non sprecare e di recuperare, noi sessantenni ce la abbiamo ancora come riverbero della povertà che, più che a noi figli del baby boom, è appartenuta ai nostri genitori.

Facciamo finta di essere ricchi

Oggi lo scenario si è ribaltato e la mancanza o la scarsità di denaro è diventata qualcosa da negare, si fa come se si fosse tutti ricchi. E non si parla di denaro, che è il nostro penultimo tabù.
Freud ci ha insegnato che, nei confronti dei tabù, si ha un atteggiamento ambivalente: a livello inconscio si vorrebbe trasgredirli, ma consciamente si ha paura a farlo. Oggi però accade qualcosa che non era previsto, si vuole superare la povertà e non si ha nessuna paura a farlo, a costo di mettersi nei guai. E non se ne parla.
Si rateizza. Parola apparentemente magica, che vuol solo dire spostare il problema, non affrontarlo oggi per trovarselo ancora più grande domani https://www.cgiamestre.com/famiglie-sempre-piu-indebitate-sale-il-rischio-usura-artigiani-e-negozianti-nel-mirino/
E Natale è un periodo con i fiocchi per aggiungere rata su rata https://www.alessandromaola.it/italiani-disposti-ad-indebitarsi-le-feste-natale-capodanno/
Se guardi i vari siti di vendite online puoi comperare a rate anche le mutande e più di qualcuno lo fa.

Il consumo nel periodo natalizio

Resistere alle tentazioni natalizie non è semplice, dove ti giri e ti volti ci sono offerte di ogni tipo, a partire dai panettoni che a fine novembre costano come il caviale e, all’inizio di dicembre, iniziano ad essere scontati, per arrivare dopo le feste a costare meno di un pacco di biscotti https://flaviaepsiche.it/2023/01/04/passato-natale-iniziano-i-saldi/
Questo è un periodo in cui perdere il senso del valore del denaro è semplicissimo, più facile che essere oculati. Vuoi non

  • Andare a cena con amici e colleghi
  • Portare un presente a Tizio e a Caio
  • Comperare l’ultima diavoleria tecnologica uscita in limited edition
  • Mangiare qualcosa di costosissimo perché “almeno a Natale …”
  • E una gita vuoi fartela mancare?

Tutto ciò è bellissimo e sarebbe bellissimo che tutti potessimo permettercelo, ma non a costo di dover tirare poi la cinghia fino a Pasqua!
Parliamo di denaro, impariamo a gestirlo https://flaviaepsiche.it/2023/03/03/la-gestione-del-denaro/
Smettiamo di fare finta di essere tutti ricchi perché questa cosa non ci fa bene.
Continuo a citare Freud, ma è stato sempre a lui a parlare di Principio di Piacere e Principio di realtà;

  1. il primo appartiene all’infanzia e qui si fa il tifo per mantenere il Bambino interiore sia chiaro, ma non a costo di indebitarsi per ipocrisia
  2. il secondo appartiene all’età adulta ed è quell’atteggiamento che ci fa fare i conti con cosa c’è e cosa manca, che ci fa agire da adulti, con i famosi piedi per terra.

Il consumo del periodo natalizio quando è sfrenato ci segnala che forse qualche problema lo abbiamo ma non vogliamo prenderne atto. Il tabù del denaro andrebbe affrontato e non evitato. Far di conto, prendere atto della realtà e imparare che la felicità non è in vendita. Non sto dicendo che i soldi non fanno la felicità, sto dicendo che non si compera la felicità perché non c’è negozio che la venda.