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L’immagine femminile, la pubblicità e la ranocchia ... che trio! Pensando a come è stata rappresentata per anni la donna in pubblicità, ho ricordato la storia della rana. Ce la siamo scampata?

L’immagine femminile, la pubblicità e la ranocchia

Cosa è cambiato rispetto all’immagine femminile divulgata dalle pubblicità? Tanto, ma non per fortuna perché il fato c’entra niente. Il grande cambiamento che si è verificato, è frutto di anni di lavoro di informazione e di comunicazione che è stato fatto a diversi livelli, in tanti diversi luoghi e da tante donne. Come spesso si dice “nulla succede per caso” ed è andata così anche in questa situazione.
Per anni si è reso necessario contrastare pregiudizi e stereotipi della peggior specie e, anche se potrebbe non sembrare così perché il tempo scorre velocemente, è stato un lento processo durato decenni.

Il ruolo della donna è stato diffuso su due diversi piani, come Ma-donna (e quel Ma sta per MIA) oppure, all’opposto, come sgualdrina.

  1. La prima, la Ma-donna era del tutto devota all’uomo, suo Signore
  2. La seconda era vista, presentata ed esposta come un oggetto, di proprietà maschile

Ancora oggi subiamo le conseguenze di questa convinzione che una donna possa essere DI qualcuno e lo vediamo (se vogliamo vederlo e rendercene conto) dai meme che girano nei social e che sono, anche di sovente, condivisi da donne. Come questo qui:

Quanta miseria di pensiero, di sentimento, di relazione, di pensiero c’è in entrambe queste rappresentazioni.

Il grande guaio è che il tutto non restava statico nelle pubblicità, ma era rappresentazione del vissuto comune e diventava pensiero. Una siffatta diffusione dell’immagine femminile distorta e stereotipata ci ha accompagnate per secoli.
Noi donne abbiamo corso tutte un grande rischio, che si può riassumere con la metafora della rana sul fuoco; abbiamo rischiato tutte di fare la pessima fine della povera rana.

L’immagine femminile, la pubblicità e la ranocchia

La metafora della rana

Lo studioso Noam Chomsky ha reso famosa la storia della rana che si trovava, sul fuoco, dentro una pentola d’acqua ed era a suo agio e nuotava tranquillamente, anche perché inizialmente l’acqua era fredda. Poco dopo l’acqua si riscaldava, pian piano, ma la temperatura era solo tiepida e piacevole e la rana continuava a nuotare serenamente.
Piano piano, però, la temperatura saliva e l’acqua diventava un po’ più calda  di quanto la rana non gradisse, ma non c’era motivo per lei di allertarsi. Il calore era sopportabile.  Ma, col passare dei minuti, l’acqua si scaldava sempre più e diventava insopportabile. Purtroppo la rana se ne rendeva conto, ma non aveva più la forza di reagire e di fare qualcosa per salvarsi. E’ facile immaginare la sorte della povera rana.

Non so se accada anche a te di chiederti come sia stato possibile subire in modo del tutto passivo anni e anni di offese, mercificazioni e diffamazioni, passandoci sopra anzi e, forse, ancora peggio, non avendo consapevolezza di quanto stava accadendo.
Oggi mi infastidisco moltissimo ogniqualvolta sento ripetere che “i problemi sono altri” e che “non si può proprio più dire nientehttps://flaviaepsiche.it/2023/02/25/non-vi-si-puo-piu-dire-niente/
e non mi dà alcun sollievo pensare che moltissimo è stato fatto, perché c’è ancora tanta strada da fare.
Non dobbiamo e non possiamo abbassare la guardia se non vogliamo fare la fine della ranocchia.

 

Link

https://flaviaepsiche.it/2021/03/05/dalla-notte-dei-tempi-la-storia-non-e-cambiata/
https://flaviaepsiche.it/2023/04/12/che-mi-sia-fatta-prendere-dall-entusiasmo/
https://www.ninjamarketing.it/2023/03/08/come-e-cambiata-la-rappresentazione-della-donna-nelle-pubblicita/
https://www.dmep.it/pubblicita/il-sessismo-nella-pubblicita