”Cara vacanza, in tutti i sensi ... abbiamo capito che la vacanza non è un privilegio ma un diritto, ma dobbiamo fare i conti con il denaro e questo non va bene, non a questi livelli!
E’ il momento giusto per parlare di vacanza, anche se a pensarci bene … ogni momento è quello giusto almeno per sognarle le benedette vacanze. Il problema sta nel fatto che, oggi come tanto tempo fa, stanno tornando ad essere un fenomeno per pochi. E questo non va bene.
Cara vacanza, in tutti i sensi
Un po’ di memoria storica
Non si tratta di un articolo propriamente detto, semmai l’ispirazione è quella di una lettera, scritta alla VACANZA. Come fosse una persona, che può riconoscere ciò che giusto e ciò che è sbagliato; che può capire le emozioni e le tribolazioni umane.
Si fa in fretta a dire che, qualche giorno di riposo, è un diritto di tutti e che, oggigiorno, riusciamo ad andare dove ci pare.
E’ vero che ci sono tante diverse opportunità, ma è altrettanto vero che la questione denaro è sempre quella che discrimina: c’è tanta gente che, pur lavorando, ad andare in ferie non ce la fa.
C’è stato un tempo, non lontanissimo, in cui le villeggiature erano destinate solo ai benestanti e, tra la popolazione più vecchia, sono ancora vive persone che nella loro lunga vita non hanno mai solcato i confini della loro città o del loro paese. Nell’Italia contadina era così, ci sono ancora nonni che possono testimoniarlo. Eppure anche loro erano stanchi e, a livello fisico, lo erano sicuramente più di quanto possiamo esserlo oggi noi: la terra è bassa, ingrata, richiede levatacce e non concede molte pause.
Anche gli operai difficilmente andavano in vacanza fino a una settantina di anni fa e lo facevano poco anche i colletti bianchi. Se ne parlava tra dirigenti e professionisti. La vacanza era un lusso, in poche parole.
Abbiamo poi assistito negli anni successivi ad un lusso ancora più grande, siamo più o meno a cinquanta anni fa, che rendeva sempre più evidente il divario tra i benestanti e gli altri: la villeggiatura da giugno a fine settembre. Appena finiva la scuola, le donne si trasferivano nelle seconde case con i figli e i mariti facevano la spola nei fine settimana. A ottobre c’erano bambini super abbronzati e altri del tutto pallidi, anche perché l’attenzione ai pericoli del sole non esisteva e l’abbronzatura si esibiva anche come status simbol.
Ah, la stessa cosa accadeva durante le vacanze scolastiche nel periodo di Natale, solo ai monti e non al mare.
A lungo dunque non si sentiva l’esigenza dei viaggi, delle vacanze e di tutto ciò che, invece, oggi si sente, eccome!
- Se a lungo non abbiamo sentito questa necessità e abbiamo vissuto questo fenomeno come qualcosa di superfluo, cosa è accaduto?
- Potrebbe trattarsi di uno dei tanti falsi bisogni creati ad hoc da marketing, pubblicità e mondo del businnes?
- E se, invece, ci fossimo ridestati e avessimo capito che si tratta di un diritto di ogni persona?
Cara vacanza, in tutti i sensi
La letterina
Cara vacanza
Ti scrivo questa mia per dirti che mi manchi. Mi manchi assai e non vedo l’ora di partire, al punto che ho già preparato le valige, con una settimana di anticipo.
Le ho messe già in entrata, così ogni giorno faccio il conto alla rovescia e penso che si tratta degli ultimi sforzi. Poi vedrò finalmente il mare. Potrò dormire o non farlo, vestirmi poco e niente, non cucinare o cucinare manicaretti, avrò il tempo per leggere. Farò le parole crociare, comprerò dei rotocalchi di gossip, andrò in giro senza meta. Potrò stare in spiaggia, fare tutti i bagni in mare che desidero. La sera uscirò senza dovermi preoccupare dell’orario. A differenza del mio solito ho anche scelto di andare in un luogo affollato, sarà che il ricordo della pandemia mi gira ancora nella testa e ho proprio il desiderio di stare tra le persone. Che bello, non vedo proprio l’ora.
Ma questo idillio è stato alquanto disturbato dall’incontro con un conoscente, giovane padre di due figli. Lui mi ha detto che nonostante lavori con un contratto regolare per otto ore al giorno e altrettanto faccia la sua compagna, che però ha un part time per seguire i figli/la casa/i genitori anziani, loro non possono andare da nessuna parte perché NON HANNO IL DENARO necessario. Potrebbero andarci in bassa stagione, ma nei loro lavori non c’è possibilità di scelta. Aveva gli occhi lucidi e mi rivelava che viveva malissimo questa situazione per i bambini e si preoccupava anche per il futuro “oggi sono piccoli e li portiamo un po’ in piscina e nei parchi nel fine settimana, ma quando crescono?”.
Cara vacanza, tu capisci che questa cosa non è giusta?
Ti rendi conto che non è possibile che si torni indietro di decenni?
Sai, noi esseri umani abbiamo finalmente capito che tu NON SEI UN LUSSO, bensì un diritto. Abbiamo scoperto che il mondo è grande e, magari non proprio tutto, ma vorremmo vederlo, perché la nostra vera casa è il mondo stesso prima delle costruzioni stanziali in cui viviamo.
Ora tu capisci che, se per affittare un ombrellone e due sdraio servono almeno 250 euro a settimana, possiamo anche fregarcene quando c’è anche una spiaggia libera. Ma se queste diventano sempre meno numerose e sempre più piccole e, di conseguenza, più affollate, è davvero difficile. Avevi inventato le spiagge libere “servite”, era una bella idea … ma dove sono?
Hai visto, cara vacanza, i prezzi degli alberghi e dei ristoranti? Lo so che i gestori sono subissati di spese e non riescono a fare diversamente, ma … è sempre così? Un tempo esistevano le “Pensioni”, carine, si stava stra bene. Dove sono finite? Ci sono centinaia di hotel, decine di resort e spa … ma le pensioni che fine hanno fatto?
Tu dirai che ci sono i campeggi, è vero, e si sta benissimo. Ma dai un’occhiata ai prezzi e ricorda anche che non sono adatti a tutte le persone.
Insomma cara vacanza, immaginati come un diritto di ognuno di noi e fai qualcosa affinché tutti possano averti. Che non sei un lusso, ma una necessità dato lo stile di vita affannoso e affannato di noi poveri umani. Vai a leggere la definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è importante e spiega che salute non è solo assenza di malattia
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