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Ritorno al passato né richiesto né gradito e, spero proprio, molto combattuto. Con un colpo di coda, in uno spot, sono stati spazzati via anni di lotte per l'uguaglianza e contro gli stereotipi

Ritorno al passato! Non richiesto né gradito

Cosa dire sull’ultima pubblicità dell’acqua Uliveto?
La prima cosa che ho pensato è che fosse uno scherzo, una parodia o qualcosa del genere … mi aspettavo un finale che ridimensionasse il tutto e ci riportasse al 2023. Invece no, mannaggia la miseria, NO!

https://www.greenme.it/lifestyle/costume-e-societa/spot-sessista-acqua-uliveto-schiaffo-donne/

Come siamo passati dalla “salute delle ossa”  https://www.engage.it/campagne/acqua-uliveto-spot-cucinotta.aspx alla pubblicità più retrograda vista negli ultimi anni?

Non lo so e fatico ad immaginarlo, servirebbero molte informazioni sulla azienda: il tipo di managing, la vision … ho dato uno sguardo al sito https://www.uliveto.it/ ed è pure bello.
Allora che è successo? La risposta è un grande non lo so, ma lo stupore e il dissenso sono condivisi https://lagazzettadelpubblicitario.it/creative/campagne/uliveto-spot/

Ritorno al passato né richiesto né gradito

Lo si dice da sempre che, il successo di una campagna pubblicitaria è dato da quanto se ne parli; Oscar Wilde diceva

“C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé ed è il non far parlare di sé.”

Non sono così sicura che, nel caso della pubblicità, questa affermazione sia sempre valida. L’ipotesi è che, una campagna pubblicitaria funzioni quando:

  • ci si riconosce
  • ci si immedesima almeno in una parte

allora sì che è probabile che faccia presa.
Non è detto che sia un ruolo reale, può funzionare anche qualcosa di immaginifico tipo un “vorrei ma non posso”, ma se è totalmente sganciata dall’immaginario ho dubbi che possa attecchire, a meno che non sia comica o fantasy. Ma questa roba che riporta indietro di tanti anni che ho pure perso il conto, è davvero assurda e non riesco a vederne la convenienza per l’azienda.

E’ già stata analizzata in ogni dove e posso solo ripetere che l’immagine della donna che aspetta in cucina il marito dopo avergli preparato un buon pranzo fa un po’ ridere. E fa ridere anche le donne che non lavorano, perché è proprio cambiato anche il modo di vivere e di percepire l’attività di casalinga, per fortuna!
La cosa peggiore dello spot è quel “chi paga?” a rimarcare la predominanza economica dell’uomo sulla donna, a umiliare ulteriormente la figura femminile, a mercificare la relazione.

Mi chiedo veramente se mi ero fatta prendere dall’entusiasmo quando dicevo che le pubblicità sessiste erano in notevole calo https://flaviaepsiche.it/2023/04/12/che-mi-sia-fatta-prendere-dall-entusiasmo/

Poiché ritengo che siano anche un mezzo (artistico) che riflette l’immagine della nostra società, mi chiedo se tutti stiamo facendo tanti, troppi, passi indietro in tema di femminismo (che non è una parolaccia) e pari opportunità.

Link

https://flaviaepsiche.it/2021/03/05/dalla-notte-dei-tempi-la-storia-non-e-cambiata/