”Come giocavamo, con o senza i giocattoli ... non tutti sono cresciuti nell'abbondanza di oggi e, quello che non c'era, si inventava
Come giocavamo, con o senza i giocattoli
Mi si è aperto il file dei ricordi
Succede che scrollo Facebook distrattamente, e mi compare questa immagine
Sono immediatamente precipitata nel reparto dei ricordi, quelli indietro nel tempo che hanno messo su qualche ragnatela, ma sono là. Ti aspettano, loro lo sanno che prima o poi li troverai. Sono quelli che ritrovi attraverso un segno sensoriale; basta un profumo e zac, compaiono. Figurati con quale potenza ti arrivano se è la vista a farteli ritrovare. E queste bambole di carta mi hanno fatto tornare indietro di più di 50 anni; mi sono ritrovata in due scene
- di sera che, con un’amica di famiglia, disegnavo seduta al tavolo le mie bambole sul cartoncino e poi, sulla carta, i loro vestiti
- di pomeriggio che, da sola, ritagliavo dagli appositi giornalini, gli abiti proprio come quelli dell’immagine
Un pensiero va anche alle edicole, ormai deserte, che invece, un tempo, avevano sempre la fila di persone che comperavano quotidiani, riviste e giornaletti per i bambini. E i pacchi sorpresa! E gli album e le figurine.
Oh cielo, sembra di aver vissuto in un’altra realtà.
Quando l’abbondanza non era così diffusa
Non tutti avevano la marea di giochi che hanno oggi i bambini, ma si giocava lo stesso. Sebbene non credo (per niente proprio) che si stava meglio quando si stava peggio, mi sembra di notare che oggi manchi la creatività in molti bambini. E di questo dovremmo fare un bel mea culpa collettivo proprio noi che siamo intorno ai 60. Probabilmente siamo noi che per vedere i bambini felici e soddisfatti pensiamo che sia necessario e sufficiente mettere mano al portafoglio e acquistare per loro il meglio che offre il mercato. O, forse peggio ancora, mettiamo nelle loro mani un cellulare e via.
Certo che loro sono contenti. Ma che ne sanno?
Come fanno a conoscere il potere enorme della loro mente se non diamo loro la possibilità di esercitare la creatività e la fantasia?
Carta, matita, forbici, colla … e via verso meravigliose avventure.
Quanti giochi abbiamo fatto? Chi non ha mai giocato a
- vendere
- insegnare
- trucco e parrucco
- cucinare
- curarsi di una bambola come fosse un bambino
E l’amico immaginario? Vogliamo dimenticarci di lui/lei?
Non serviva avere un gioco vero, lo si inventava. E a volte era così avvincente che il gioco vero lo lasciavamo da parte!
Meno male che c’è il Web
Grazie all’Internet sono andata a cercare le mie bambole del cuore e ho ritrovato lei, Poldina. L’ho adorata più di ogni altro gioco che abbia avuto. Era il periodo in cui desideravo tanto avere una sorella o un fratello. Ma mia mamma era stata categorica e definitiva: “scordatelo“. Poi è arrivata Poldina a placare la mia smania e per me era la mia sorellina che solo io potevo accudire. Non facevo un passo senza di lei. Così come non andavo a dormire senza Silvano, un orso di peluche che faceva il verso se lo si muoveva su e giù. Ma di Silvano non ho trovato immagini, mannaggia. A volte mi viene il dubbio di avercelo ancora conservato in qualche scatola … o forse è solo la speranza di ritrovarlo 🙂
Poi ad un certo punto è uscita Michela, la prima bambola parlante. Aveva un meccanismo nella schiena in cui veniva inserito un piccolo disco (che era proprio un disco in vinile in miniatura) e lei diceva qualche parola. A me non piaceva tantissimo, ma credo piacesse a mia mamma, che me la ha acquistata anche se sapeva che mi era indifferente.
Oggi, ripensandoci, riesco a immaginare non solo me bambina, ma anche mia mamma bambina. Chissà cosa era ai suoi occhi Michela, per lei che di bambole ne ha avute una sola, fatta in casa con gli stracci, e che le è arrivata dopo essere passata per le mani delle sue due sorelle maggiori.
Giocattoli per i maschi e per le femmine
Che nervoso a ripensarci! Io volevo giocare con il Piccolo chimico e non me lo facevano usare, tanto meno a scuola dove c’era l’angolo dei giochi. Quello era per i maschi!
Anche il Meccano mi incuriosiva, ma apriti cielo. Lo avevamo a scuola, alle medie, e veniva usato durante l’ora di Applicazioni tecniche, sì ma solo dai maschi. Noi femmine (o femminucce, come ci chiamavano) eravamo proprio in un’altra aula a ricamare. Non mi sembra possibile, oggi, ma le cose andavano proprio così.
Link
https://flaviaepsiche.it/2022/07/08/i-ricordi-quelli-belli/
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