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Uscire o non uscire di casa, bel dilemma. Sicuramente la questione non sta nella quantità, ma nella qualità. Qualsiasi cosa si scelga di fare

Uscire o non uscire di casa, bel dilemma

A volte sembra di rivivere l’adolescenza, quando i genitori o rimproveravano perché “non sei mai a casa, ogni scusa è buona per uscire” o, al contrario, “è possibile che i tuoi amici escano sempre e tu mai?”.

Insomma, c’è sempre qualcuno che ha qualcosa da dire riguardo alla quantità delle uscite. E noi psicologi in questo siamo un po’ così, spesso cerchiamo di invogliare ad uscire dal guscio, ma altrettanto spesso indaghiamo il perché e il per come in chi esce pochissimo di casa. E’ l’annosa questione della quantità, che si può sempre risolvere con un “abbastanza”, che vuol dire niente perché è una misura individuale. Preferisco il q.b. (quanto basta) delle ricette, perché è sempre una misura individuale, ma dà l’idea della soddisfazione personale. Esco q.b. per come sono, mi è sufficiente e necessaria quella quantità. Mi va bene così.
In questo modo alla questione dell’uscire di casa, si affianca la soddisfazione personale e non quella ideale.
Chi può sapere quante volte alla settimana “faccia bene” uscire? Come è possibile quantificare la dose giusta di socialità? E’ praticamente impossibile.

Lo spartiacque

Ciò che fa da spartiacque è lo stato d’animo, la piacevolezza che si prova nell’andare fuori, il desiderio che si ha di uscire.
Non è una questione di quantità, ma di qualità. Sia se si esce, sia se si resta a casa.
E’ vero che il livello di relazioni sociali è un indicatore del benessere, ma è anche vero che, le relazioni sociali, oggi si possono mantenere in molti modi e non sono le uscite forzate a dirci che un tipo di interazione sia migliore di altre.
Dobbiamo sempre ricordare che ci sono variabili molto importanti da considerare:

  • L’età – a 20 anni si esce di più che a 60 (non lo sapvi, vero?)
  • Il lavoro che si svolge – la stanchezza spesso ha la meglio
  • La famiglia – alcune sono particolarmente impegnative
  • Le abitudini – c’è chi esce una volta a settimana per tutta la vita, chi invece due o tre
  • La stagione – per alcune persone il periodo dell’inverno equivale a un letargo, preferiscono stare nella loro tana che uscire. Davvero ci vedi qualcosa di sbagliato? (ma ci sono anche coloro che l’autunno lo amano https://flaviaepsiche.it/2022/10/09/come-siamo-fatti-noi-che-amiamo-l-autunno/)

Conta cosa fa stare bene, è importante rispettare il proprio ritmo. Quello che si può fare è cercare di non essere troppo rigidi e darsi la possibilità di cambiare. Provare a trascorrere una domenica a casa, per chi esce sempre e non ha mai pensato di poterlo non fare, potrebbe essere una bella scoperta. Esattamente come potrebbe esserlo un’uscita non programmata per chi, al contrario, sta sempre a casa. C’è sempre da stare attenti all'”abbiamo sempre fatto così”, un passo nuovo può portare un pò di aria fresca (https://flaviaepsiche.it/2022/05/08/abbiamo-sempre-fatto-cosi/)

Uscire o non uscire di casa, bel dilemma

Non è una questione numerica

E’ davvero poco interessante considerare quante volte si esce se, prima, non si analizza il come si sta.
Come stai quando:

  • sei a casa? Come ti senti, come mai scegli di stare anziché di uscire, quali sono i tupi pensieri, come trascorri la giornata …
  • esci? Cosa fai di solito, come organizzi le tue uscite, con chi le fai, come ti senti al rientro, quale è la molla che ti fa andare …

E’ evidente che avere un bel giro di amicizie con le quali trascorrere del tempo possa essere molto piacevole. Andare in giro, al cinema, a teatro, a passeggio, sono attività che fanno stare bene se le si ritiene piacevoli e se si pensa che diano un valore aggiunto alla propria vita. Ma non è dalla quantità che si possa evincere che “va tutto bene”, semmai dalla qualità di quelle ore trascorse con altre persone o in un luoghi che non sono la casa.
Come per molte delle cose che riguardano Psiche, la prima cosa da fare sarebbe quella di chiedersi “Io come sto? Quale è la situazione in cui mi sento bene?”. Dalla risposta a queste semplici domande può partire un’analisi della situazione e la comprensione del punto in cui ci troviamo con noi stessi e con il resto del mondo.

Come mai si consiglia più di uscire che di stare fermi?

E’ comunque innegabile che, tutti gli esperti del benessere, ci dicono che stare troppo a casa, essere “pantofolai” e avere le poltrone con le nostre immagini impresse sopra, non sia cosa estremamente buona. Infatti le uscite, le passeggiate, le relazioni sociali, mettono in moto dei comportamenti che sono assolutamente positivi per Psiche e non solo:

  • Ci inducono ad avere maggiore cura di noi stessi a partire dal nostro aspetto;
  • Permettono la relazione con gli altri;
  • Favoriscono il confronto;
  • Il movimento del corpo è positivo non solo dal punto di vista fisiologico, ma anche mentale perchè favorisce la produzione di un sacco di cose che fanno bene al duetto più famoso nel mondo: corpo-mente.

Quindi? Forse il trucco sta nel comprendere quale sia il giusto balance, tra andare e stare. E concedersi di trovare quella che per ognuno è la giusta dose.

Link

https://www.marieclaire.it/lifestyle/coolmix/a19563618/uscire-o-stare-a-casa/
https://www.thetrainline.com/it/in-viaggio/europa/italia/top-dieci-gite-giornaliere-in-piemonte