”Gli auguri dei sessantenni e giù di lì sono pregni di speranza, specialmente quelli rivolti ai giovani. Contengono anche due gocce di malinconia, che è una forma di felicità nostalgica
Gli auguri dei sessantenni e giù di lì
Buon Natale a tutti, indipendentemente dall’età, ma senza negare le differenze dettate proprio da quel particolare numero che un pò ci identifica.
Fare gli auguri non ha sempre lo stesso sapore e, negli anni, il nostro rapporto con questa pratica cambia parecchio. Purtroppo io non ce l’ho in tasca la verità e non ho trovato nessuna ricerca scientifica che avvalori quello che sto per classificare. Vado per esperienza, per osservazione, per analisi.
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Gli auguri dei sessantenni e giù di lì
- A 20 anni gli auguri erano … pressochè inesistenti. Se non c’era un adulto che ci ricordava di farli, li saltavamo senza farci nemmeno caso. E non ci piaceva nemmeno riceverli, quasi quasi infastidivano. Perchè il significato profondo di questo rito non ci era molto chiaro;
- Verso i 30 la situazione era già ben diversa. Fosse solo per una questione di buona educazione o per motivi di lavoro o per bon ton, ci siamo sorpresi più di qualche volta ad essere proprio noi a farli per primi;
- A 40 sono diventati cosa buona-giusta-certa. Vuoi per i motivi che ci hanno spinti a iniziare verso i 30, vuoi per un decennio di abitudine e di ripetizione, il problema non ce lo si fa più. Si fanno gli auguri, punto. Ci fa solo ridacchiare il famoso ritornello “tanti auguri a te e famiglia” e ci farà ridere anche prossimamente;
- Arrivano i 50, si fa il giro di boa. Cambia la percezione e, improvvisamente, si comprende il motivo per cui i genitori ci sgridavano quando facevamo spallucce. Torna in mente la schiera di zie che si ritenevano offese per la mancanza di una telefonata “almeno per Natale“. Succede come con alcuni cibi, che non abbiamo mai voluto assaggiare, poi ci decidiamo a farlo e scopriamo che ci piacciono;
- E siamo finalmente a noi, a 60 e dintorni. Gli auguri dei sessantenni e giù di lì, sono pregni di speranza, specialmente quelli rivolti ai giovani. Contengono anche due gocce di malinconia, che è una forma di felicità nostalgica. E, anche se ci fa ridere, lo diciamo il famigerato “tanti auguri a te e famiglia” e speriamo davvero che chi lo riceve si ricordi di dirlo a chi è a casa. Facciamo la telefonata di rito, fosse anche l’unica volta l’anno che sentiamo quella persona. Scriviamo messaggi. Whatsappiamo. Agli amici più stretti mandiamo messaggi vocali con canzoncine, da “Tu scendi dalle stelle” a “All i want for christmas is you”
Buone Feste a tutti!!!!
Link
https://flaviaepsiche.it/2021/12/20/il-sessantesimo-natale/
https://flaviaepsiche.it/2022/12/10/hai-fatto-un-regalo-a-te/
https://www.matteoficara.it/come-fare-gli-auguri-e-perche/
https://it.wikipedia.org/wiki/Augurio