”Ti chiedi mai come va? Non ce la abbiamo questa abitudine, ma sarebbe cosa buona e giusta introdurla nelle nostre vite. Si può iniziare col chiedersi come si sta.
Ti chiedi mai come va?
Quando incontri qualcuno è la prima cosa che chiedi, come va? Prova a farlo anche con te: Come va?
Ciao, come stai?
Bene, grazie. E tu?
Nella quotidianità siamo abituati così. Chiediamo agli altri come stanno, loro ci rispondono che va tutto bene e rifanno la stessa domanda a noi. Una sorta di rito comunicativo, come parlare del tempo. Qualcosa che ha a che fare con le buone maniere e con la (finta) cordialità.
Raramente rispondiamo sinceramente e lo facciamo solo con qualcuno e solo qualche volta. E lo stesso vale per le altre persone, nei nostri confronti. Deel resto siamo sempre di corsa, nemmeno avremmo il tempo da dedicare a persone che ci raccontano davvero come stanno.
Personalmente questo modo di fare/dire, non mi piace e ci faccio attenzione. Spesso evito di fare questa domanda, nello specifico la evito se:
- non ho tempo da dedicare al mio interlocutore
- non mi interessa sapere davvero come sta
Non è stato facile togliermi il vizio del “Come va”, ma con un pò di esercizio ce la si fa.
Ti chiedi mai come va?
Raramente poniamo questa domanda a noi stessi. Tu, ti chiedi mai come va? Dovremmo farlo. Tutti e spesso.
Dovrebbe essere la prima cosa di cui prenderci cura la mattina appena svegli e l’ultima da fare prima di addormentarci.
- Come sto?
- Come mi sento, qui e ora?
- Cosa sto provando?
- Quale emozione mi sta attraversando?
Se abbiamo un fastidio a livello fisico ci viene spontaneo farci attenzione. Ci tocchiamo, controlliamo. Pensiamo a cosa possa essere, cerchiamo un rimedio per stare meglio. Spesso ne parliamo con i familiari, cerchiamo un confronto. A volte ne parliamo subito con un medico, altre volte sfogliamo il nostro libro della laurea di Google. In ogni caso ci allertiamo e poniamo attenzione ai sintomi.
La stessa attenzione la apllichiamo quando stiamo proprio bene. Ci stiracchiamo, abbiamo un’espressione goduta, ci complimentiamo con noi stessi per la fantastica forma fisica.
Ma quando siamo un pò giù di tono? Quando è tutto grigio?
Oppure, al contrario (perchè per fortuna spesso è al contrario!) quando stiamo proprio bene e abbiamo un bel sorriso stampato in volto? Allora, men che meno, ci soffermiamo a godercelo un pò. Nemmeno ci facciamo caso.
Approfitta di questo momento, stai leggendo l’articolo giusto per farlo:
Fermati
Chiediti se sei felice. Fallo adesso.
Le emozioni, queste sconosciute
Una delle cose di cui ancora non finisco di stupirmi è di quanto siano sconosciute le emozioni. https://flaviaepsiche.it/2021/07/26/tu-chiamale-se-vuoi-emozioni/
Per moltissime persone le sensazioni sono
STO BENE – STO MALE
Come dire che
- i colori sono il bianco e il nero
- i sapori sono il dolce e l’amaro
- la temperatura è fredda o calda
Fatto salvo uno spiraglio di confidenza, ma solo con le emozioni negative, in modo particolare con la rabbia, le emozioni si conoscono ben poco. Troppo poco. Il guaio è che loro lavorano dentro di noi e ci fanno fare le cose. Quando siamo musoni senza un motivo concreto, ad esempio, dipende quasi sempre da cosa stiamo provando. E’ una questione emotiva!
Le emozioni sono un ventaglio molto ampio, rendersi conto solo di provare quelle negative è un pò un peccato, perchè quelle positive sono bellissime https://www.stateofmind.it/2019/04/barbara-fredrickson-emozioni-positive/
Ti chiedi mai come va?
E’ facile: ogni tanto fermati e chiediti come stai!
Ti chiedi mai come va?
E dopo che me lo sono chiesto?
Succede anche che NON le si voglia conoscere, si preferisca lasciare perdere … tu chiamale se vuoi difese dell’Io.
Poi quando ci si ostina e non si vuole sapere di più, ci si trincera dentro le proprie convinzioni e si è poco, ma proprio poco (o niente) disponibili ad ascoltare altri punti di vista.
Quindi, semplicemente, se ti chiedi se sei felice, cosa ne ottieni?
- “Quando siete felici fateci caso” dice nel suo libro Kurt Vonnegut. E’ importante sapere come si sta quando si è felici. Così come è interessante capire come ci si comporta e cosa comporta in te e negli altri la felicità. Lo stesso vale per tutte le altre emozioni.
- Se la risposta è negativa, quindi “no, non sono felice”, puoi lavorarci su. Sapere ad esempio cosa ti manca, cosa vorresti. Puoi fare qualcosa per cambiare la tua situazione? Come mai non lo fai? Da dove arriva la tua non felicità? Cosa ti induce a fare, come ti comporti?
Questo è un assaggio, per tutto il resto c’è la terapia 🙂