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Due fenomeni che, purtroppo, spesso vanno di pari passo

Non si può non consumare

La prendo da lontano, dal primo assioma della comunicazione di  Waslavikch  https://it.wikipedia.org/wiki/Assiomi_della_comunicazione 
che ci insegna che “non si può non comunicare”. E ha tutta la ragione del mondo a sostenerlo. Anche quando stiamo fermi e zitti comunichiamo qualcosa. Lo stesso vale per il consumo, che pratichiamo sempre, a partire dal nostro respirare.
E’ impossibile non consumare.
Parto dal fatto principale: per vivere, respiriamo.
Per respirare, consumiamo ossigeno, energie, fiato …
Siamo consumatori congeniti e tutte le altre definizioni, da quella del codice del consumo a quella del marketing, vengono dopo questo assunto. Per vivere è necessario consumare.

Trova le differenze

“Consumare” significa: Logorare, finire a poco a poco con l’uso (https://www.treccani.it/vocabolario/consumare1/) . Questa parola deriva da latino e significa anche Dare perfezione e compimento (https://www.etimo.it/?term=consumare).
Duplice significato, proprio come avviene col nostro comportamento: possiamo agire da consumatori che danno perfezione oppure possiamo logorare.
Quando le azioni stanno nella prima categoria, cioè se danno perfezione e compimento, si tratta di consumo consapevole. Invece se stanno nella seconda logorano. Come dire che nel primo caso si parla di consumerismo, nel secondo di consumismo.

La verità è, signora, che il vero bisogno dell’uomo di oggi è questo di buttare e comprare, buttare e comprare, perché questo è il consumismo. Questo è l’origine di tutti i nostri guai.
( Luciano De Crescenzo – Così parlò Bellavista)

Non si può non consumare

E’ evidente che c’è modo e modo di comportarsi, è vero che ultimamente la sensibilità è cambiata. Ma siamo ancora coinvolti nel meccanismo del consumismo, sembra ancora lunga la strada che ci porta verso un arresto di questo fenomeno. Purtroppo solo la carenza di denaro ci induce a ridurre i nostri consumi. Nella nostra società facciamo tutto in modalità “troppo“, altro che, come va di moda dire, less is more!

  • Sprechiamo ancora troppo: cibo, territorio, acqua, oggetti, abbigliamento;
  • Guardiamo con sospetto la cultura del riciclo e del riuso;
  • Mangiamo troppo: è vero che in altri posti la situazione è peggiore (vedi USA), ma anche noi ci comportiamo come fossimo perennemente affamati. Le quantità del cibo che consumiamo sono eccessive.

Il consumo come veicolo di …

Attraverso il nostro modo di consumare/spendere/acquistare passano diversi aspetti:

  • Status sociale – esporre ciò che abbiamo, meglio se è nuovo. Preferiamo abiti nuovi a quelli della stagione precedente perchè “vado sempre negli stessi posti, me li hanno già visti“. Cambiare spesso, specialmente ciò che si vede, quello che gli altri vedono;
  • Gratificazione – fare spese, rinnovare, comperare qualcosa di nuovo e di bello, ci piace proprio. E’ una sensazione di gratificazione che fa sentire soddisatti;
  • Dobbiamo fare girare l’economia – questo ci hanno insegnato. Se noi cambiassimo in massa il nostro comportamento, tutto il sistema dovrebbe cambiare.

Oggi sappiamo cose che fino a qualche anno fa non conoscevamo e abbiamo alternative che un tempo non avevamo. Il nostro agire sta già cambiando, ma affinchè ci sia una vera trasformazione è necessario che cambi il pensiero. Consumare ci piace, ci gratifica, ci soddisfa … ma siamo sicuri che vada bene così? Non potremmo trovare la stessa soddisfazione e gratificazione in altre cose? Per la nostra Terra la seconda ipotesi è quella giusta!

Le conseguenze del consumo esagerato

Il nostro modo di consumare, quindi di produrre, ha generato il cambiamento climatico che stiamo subendo. Per “cambiamenti climatici” si intendono le variazioni a lungo termine delle temperature e dei modelli meteorologici. Queste variazioni possono avvenire in maniera naturale; tuttavia, a partire dal 19° secolo, le attività umane sono state il fattore principale all’origine dei cambiamenti climatici, imputabili essenzialmente alla combustione di combustibili fossili (come il carbone, il petrolio e il gas) che produce gas che trattengono il calore. (https://www.google.com/search?q=cambiamento+climatico&oq=cambiamen&aqs=chrome.1.69i59j0i131i433i512j69i57j0i433i512j46i512j0i512l5.4108j0j15&sourceid=chrome&ie=UTF-8)

E questo è un problema, ma non è l’unico. Di pari passo vanno l’eccessivo sfruttamento del territorio così come la carenza di acqua e lo spreco di cibo.
Si stima che in Italia venga sprecato, ogni anno, 67 kg di alimenti per abitante (fonte: Coldiretti), per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate di spreco. A livello mondiale, invece, ogni anno, viene sprecato 1 milione di tonnellate di alimenti, circa 121 kg di cibo a persona (dati Istat 2021).

Perchè il consumismo è un vizio? Perché crea in noi una mentalità a tal punto nichilista da farci ritenere che solo adottando, in maniera metodica, e su ampia scala, il principio del consumo e della distruzione degli oggetti, possiamo garantirci identità, stato sociale, esercizio della libertà e benessere.

(Umberto Galimberti)

Link

https://flaviaepsiche.it/category/psiconsumatore/
https://flaviaepsiche.it/2021/10/13/un-cambio-di-paradigma-da-cittadini-a-consumatori/
https://flaviaepsiche.it/2021/04/03/i-fondamenti-del-consumo-consapevole/
https://www.codicedelconsumo.it/