”Che siamo consumatori lo sappiamo bene, ma spesso non ci rendiamo conto di esserlo in un modo che non funziona più e che ci si sta ritorcendo contro.
Viviamo nella ‘società dei consumatori’, il cui valore supremo è il diritto/obbligo alla ‘ricerca della felicità’ – una felicità istantanea e perpetua che non deriva tanto dalla soddisfazione dei desideri quanto dalla loro quantità e intensità
(Zygmunt Bauman)
Consumo, dunque sono … cosa esattamente?
Il consumismo
- siamo finiti in un tritacarne senza nemmeno rendercene conto;
- ognuno di noi almeno una volta ha pensato facendo qualcosa di consumistico ” e vabbè, non sarà questa cosa a cambiare il destino del mondo”;
- invece di stare a guardare cosa facciamo con i nostri soldi andassero a controllare quelli che davvero fanno guai.
Mi fermo qui, ma come sai, gli esempi potrebbero continuare all’infinito. Resta il fatto che, per quanto ci sentiamo assolti, siamo per sempre coinvolti.
Coinvolti nella mancanza di acqua che tra qualche anno sarà un problema anche nostro; nella carenza di territorio già sfruttato fino all’ultimo ettaro; dal cambiamento climatico che per ora ci fa sudare, ma a breve ci ruberà la terra. E a tutto questo dobbiamo aggiungere le patologie causate dall’inquinamento. La scarsità del cibo.
Insomma un gran pasticcio davvero. Ecco a cosa ci hanno portati anni di consumismo.
Consumo, dunque sono … cosa esattamente?
Chi ha troppo e chi ha niente
Anche la fame nel mondo è conseguenza anche del consumismo. Perchè c’è una fetta di mondo, quella in cui anche noi per puro caso vivamo, che si nutre della nostra immondizia. Ecco questa cosa mi fa venire la pelle d’oca. Non riesco proprio a reggerla. Noi ci nutriamo delle loro risorse e loro dei nostri peggiori scarti. Non è umano!
Ormai lo sappiamo che ci sono prodotti che vengono fatti da persone che lavorano in condizioni disumane, che percepiscono pochi denari per produrre la stessa cosa che in un’altra parte del mondo viene venduta a prezzi altissimi.
Sappiamo che con la plastica pescata negli oceani ci sono persone che tirano fuori la loro giornata.
E sappiamo che ci sono persone che muoiono per la lavorazione di prodotti di largo consumo.
Tutto ciò non dovrebbe più accadere. Ci dovremmo davvero arrabbiare. Ma siamo gocce in un oceano o consumatori che unendosi potrebbero fare la differenza? Non passa giorno che non me lo chieda.
Consumo, dunque sono … cosa esattamente?
Se penso che quello che ho mi rappresenta e per essere rappresentato al meglio più ho, meglio è … allora c’è un problema. Che è il famoso e vecchio problema dell’Avere o Essere.
Ma è possibile essere buoni consumatori, attenti a ciò che fanno, consapevoli dei loro acquisti. Che non vuol dire comperare il meno possibile o rinunciare al piacere di farsi o fare un regalo o al desiderio di avere una maglia in più del previsto.
Guardiamoci intorno, non c’è un solo modo per acquistare. Non c’è un solo modo per cucinare. Informiamoci. Proviamo. Sperimentiamo.
Ricordiamoci che la Terra non è nostra e che sarebbe carino e gentile lasciarla in condizioni migliori alle future generazioni. E, se non siamo abbastanza generosi da pensare agli altri, questi anni che ci toccano, come vogliamo viverli?
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