”Più che un articolo, su questo tema sarebbe interessante farci una ricerca. Quanto siamo confusi quando acquistiamo online? O, forse, lo siamo meno che nel concreto di un negozio?
Il consumo nella confusione tra reale e virtuale
Qualche domanda:
- ti sembra che il tuo modo di comportarti cambia se acquisti online o in presenza?
- hai fatto caso se cambia la tua disponibilità a spendere di più se acquisti online?
- hai notato se acquistando online impieghi più o meno tempo a scegliere il prodotto?
Non proseguo con le domande, ma credimi “poi me ne restano mille!” Sono domande che, più che una risposta, prevedono una riflessione.
Il nostro processo decisionale non è sempre lineare come possiamo credere. Potrebbe sembrare che funzioni così:
- mi serve una cosa
- la cerco e prendo informazioni
- faccio confronti
- scelgo
- decido di acquistare
Nell’articolo in questo link, ti racconto che non funziona proprio così’:
https://flaviaepsiche.it/2022/02/13/comperare-o-non-comperare-il-processo-decisionale/
Ci sono molti fattori che ci influenzano, sia se acquistiamo online sia se acquistiamo in un luogo concreto. Mi chiedo se, da una parte o dall’altra, ce ne possano essere di più.
Il consumo nella confusione tra reale e virtuale
Il valore dei soldi
Dal mio piccolo osservatorio ho visto che ci sono persone che, nonostante siano passati venti anni dall’introduzione dell’euro €, ancora fanno la communtazione in lire! Posto che non ha nessun senso fare un’operazione di questo tipo visto che si va a paragonare qualcosa di esistente con qualcosa che non esiste più, è interessante conoscere questo fenomeno. Poi è assolutamente vero che una volta fatto questo calcolo quelle stesse persone si rendono conto che è inutile e anche dannoso. Perchè se un tempo non avrebbero mai speso, per esempio, trecento mila lire per un paio di stivali, oggi se non vogliono spenderli possono solo rinunciare agli stivali.
Ma questo ci dice qualcosa di interessante sui tanti, diversi, modi in cui ci si può rapportare al denaro. C’è chi è rimasto con la lira in testa e c’è chi ha difficoltà con il denaro elettronico. Sono soldi che è come se non ci fossero, ma ci sono e sono i tuoi.
Pagare con il denaro elettronico ha ancora su molte persone l’effetto di estraneamento, come se non fosse soldi, ma qualcosa di simile più alle fiches, ai soldi del Monopoli, che al denaro corrente. In questa situazione è molto più probabile spendere con maggiore facilità e di più facendo acquisti online.
La variabile del tempo
Andare per negozi vuol dire dedicare del tempo a prepararsi, raggiungere i locali, girarne più di uno per vedere un pò di articoli e le diverse varietà. Probabilmente vuol dire fermarsi in un bar a bere qualcosa, forse incontrare per strada qualcuno che non si vedeva da tempo. E’ un insieme di situazioni che si vengono a creare, un insieme di anelli che si uniscono in una catena. Tutto ciò può essere estremamente piacevole, ma ci si deve dedicare del tempo.
Online può apparire più lineare. Accendo il pc, ma posso anche farne a meno, guardo dal cellulare. Digito il nome dell’articolo che cerco. Se proprio mi voglio impegnare guardo due o tre siti per confrontarli a colpo d’occhio. Clicco. Ciao, fatto!
I negozi di prossimità e i mercati di quartiere
Un pò viene il nervoso, un pò prende il dispiacere, nel vedere tante serrande chiuse, tante bancarelle in meno nei mercati.
Il nervoso viene perchè l’impressione che si ha è che molti commercianti non si siano aggiornati: orari incompatibili con quelli delle persone che lavorano – nessun servizio (consegne a domicilio, parcheggi, offerte, eventi …). I tempi cambiano, le esigenze anche e ci si dovrebbe attrezzare e mettere al passo coi tempi.
Il dispiacere viene perchè oltre al commercio questi esercizio danno vita alle zone cittadine, sono punti di riferimento, sono luoghi indispensabili per coloro che non hanno la possibilità di andare fuori zona a rifornirsi, nè hanno la capacità di usare un pc per fare spesa. I negozi per ogni famiglia di ogni quartiere sono un punto di riferimento, sono una certezza! In più ogni serranda che chiude è una famiglia in più con difficoltà di lavoro, e non è cosa di poco conto.
Il consumo nella confusione tra reale e virtuale
Quello che ho sicuramente notato è che la vendita online è decisamente più aggressiva di quella nel concreto. La pubblicità è invadente e persecutiva.
Se cerchi un articolo per curiosità, sari perseguitato a lungo con pubblicità che riguardano proprio quell’articolo. Riceverai indirizzi dove trovarlo, offerte, richieste di invio di newsletter … E tutto ciò, piaccia o meno, va ad influenzare il processo decisionale.