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Non so come intitolare questo articolo ed è una situazione particolare questa. Parlo dello sguardo stereotipato di noi donne su noi stesse, del maschilismo interiorizzato ... ma non mi arrendo a fare un tale titolo. Lo dico e mi fa male.

Non so come intitolare questo articolo

Oppure lo so, ma non voglio farlo

La questione è quella del maschilismo interiorizzato, che ce lo abbiamo un pò tutte e non ci facciamo nemmeno caso. Mi urta al punto che mi sono rifiutata di intitolare questo articolo “Noi donne e il maschilismo interiorizzato”. Che sarebbe stata la cosa giusta da fare perchè, sia tu che leggi sia Google che fa le classifiche, sapevate subito di cosa volevo parlare. Ma ci giro intorno e non voglio ammetterlo.

Dalla pagina di Femmes et réclame su Facebook questo fenomeno salta all’occhio in modo talmente chiaro che non si può evitare di vederlo. I post maggiormente visti e commentati e che ricevono il maggior numero di “mi piace” sono quelli stuzzicarelli. Quelli con un’immagine forte e inequivocabile. Il resto passa un pò sottotraccia.

Si sa che una fotografia colpisca molto di più che un testo, è più diretta, è immediata e non lascia molto spazio alla fantasia. Quindi c’è poco da stupirsi che la reazione sia maggiore e, spesso, emotiva. Ma questo non mi sembra sufficiente a giustificare lo scarto che c’è tra il gradimento di un post a forte impatto con quello di un altro post altrettanto forte ma … nel testo.

Il meccanismo che utilizziamo è, purtroppo, maschilista.

Esattamente come un uomo, guardiamo e giudichiamo. Io sono nel mucchio, sia chiaro. Anzi come artefice della pagina su Facebook e di questa sul blog, sono la capofila.

Non so come intitolare questo articolo

Mi preoccupa il maschilismo che è in me

Mi preoccupa, eccome. Perchè se sono attirata da una immagine più che da un pensiero articolato e scritto, mi sorge il dubbio su come inizia il mio meccanismo. La foto attira, questo mi spaventa. Invece la foto ci dovrebbe fare allontanare! Temo che sia un ragionamento per opposto più che un fondato CREDO personale … (e no, non sto più parlando di me, di questo sono certa).

Ho usato le matrioske per presentare queste poche righe perchè credo che rappresentino tante situazioni, una di queste riguarda i tanti modi di essere donna di ognuna di noi. E ci appartengono tutti. Donna non è un solo modo di essere, esattamente come Uomo non è un solo modo di essere.  E femmina e maschio sono due parti di ognuno, ogni uomo ha una parte femminile e ogni donna ha una parte maschile. Il problema sta, probabilmente, come stanno in contrapposizione e che valore attribuiamo loro.

Un esempio

Per esplicitare a cosa mi rifierisco quando parlo del maschilismo che c’è in noi, mostro questa pubblicità che trovo bellissima.

Appena l’ho vista ho pensato a quanto sia bello che, finalmente, una donna robusta sia protagonista a fianco di un bel ragazzo muscoloso. Ho pensato a quanto stia bene con quell’intimo che nonostante sia contenitivo la rende sexy.

Poi ci ho ragionato, ma era tardi. La prima risposta è quella che conta.

Avrei dovuto guardare questa immagine come mille altre, senza soffermarmi sulle fattezze di lei. Avrei potuto incuriosirmi sul profumo oppure sulle bottiglie che sono bellissime, ma davvero troppo grandi per un profumo. Invece no, l’occhio è andato dritto su di lei. Il pensiero è andato alla bellezza di lei e alle sue forme.

Faccio mea culpa e, per non buttarmi troppo giù il morale, mi consolo dicendomi che almeno me ne sono accorta.

Ma che rabbia, donne, che rabbia! E’ come se il pensiero maschilista fosse nel dna, introiettato. Il pensiero di uguaglianza, o meglio, di valorizzazione delle differenze non è ancora davvero spontaneo e autentico.

Link

https://flaviaepsiche.it/category/femmes-et-reclame/

https://flaviaepsiche.it/2021/05/28/stereotipi-ne-abbiamo/

https://www.facebook.com/femmesetreclame/

https://www.medialaws.eu/mass-media-e-rappresentazione-dellimmagine-femminile/

https://it.wikipedia.org/wiki/Body_shaming