”Uno e l'altro, un pò e un pò. Copiare è indice di povertà creativa e di mancanza di competenza. I pensieri circolano, non si ingabbia un'idea, ci si può fare ispirare da un'idea altrui per poi trasformarla. Il pensiero è energia e lo sappiamo che in natura nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma.
Uno e l’altro, un pò e un pò: i pensieri circolano e, a volte, si scopiazza. Copiare è indice di povertà creativa e di mancanza di competenza. I pensieri comunque è innegabile che circolino, non si ingabbia un’idea, ci si può fare ispirare da un’idea altrui per poi trasformarla. Il pensiero è energia e lo sappiamo che in natura nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma.
I pensieri circolano oppure si scopiazza?
Percorso “storico” – parte prima
Sei del parere che no, non si scopiazza ma sono i pensieri che circolano?
Forse c’è l’uno e c’è anche l’altro. C’è chi copia palesemente, senza aggiungere nulla di suo, senza apportare nessun cambiamento nè, tanto meno trasformazione. C’è chi si ispira, prende spunto, ma poi ci lavora e ci mette del suo.
In ogni caso … alzi la mano chi non ha mai copiato!
Tutti abbiamo copiato, qualcosa, qualcuno, qualche volta.
Potrebbe trattarsi di un fenomeno talmente radicato che facciamo fatica a riconoscerlo, oppure ci piace così poco “fare la figura di quelli che copiano” che lo rimuoviamo o … mentiamo.
Fin da piccoli impariamo a copiare, non dico imitare qualcuno, dico proprio copiare. Prendere il materiale che ha prodotto qualcun altro e rifarlo pari pari. Copiare da un libro le risposte, scrivere su un vocabolario le traduzione … e altri centomila esempi possibili. Ti ricordi a scuola? Ecco, così.
E proprio a scuola, all’Università in questo caso, mi si è accesa una lampadina. Seguivo un esame che, all’epoca, aveva la fama di bloccare parecchi allievi perchè il livello richiesto era molto alto. Lo scritto era una sorta di tema e il tempo a disposizione era di 4 ore … il che la dice lunga. Il docente era molto severo e austero e autorevole … incuteva rispetto e timore e si pendeva un pò tutti dalla sua bocca. Bene, in questo clima tutt’altro che rilassante, lui dice che alla prova scritta possiamo portare i nostri appunti e anche i libri e li possiamo consultare. “Per copiare bisogna aver studiato: è impossibile trovare quello che cercate se non conoscete bene i libri e i vostri appunti“.
Questa per me è stata la lezione numero 1, quella che mi ha fatto cambiare del tutto il mio concetto sul copiare!
Percorso “storico” – parte seconda
Se ci guardiamo intorno possiamo trovare tracce di copiature ovunque, a iniziare dall’arte letteratura compresa e poi, signori, la moda. Viene da pensare che quel principio della termodinamica che dice che l’energia non si crea, non si distrugge ma si trasforma, vale proprio per tutto. Del resto l’energia … è tutto!
Se, come a me, ti appassionano i vecchi film, non fai fatica a ritrovare nella recente cinematografia delle scene, delle gag e delle battute che arrivano da lontano. La famosa lettera di Totò e Peppino https://www.youtube.com/watch?v=SzrEfkjdzgw è forse l’esempio più eclatante. Nel film Non ci resta che piangere c’è un rimando volutamente evidente, ma quante altre scene abbiamo visto che sono state tratte da quell’episodio?
E poi ci sono le canzoni, da Battiato a Baglioni sono tantissimi i cantautori e gli autori dei testi che prendono in prestito intere frasi … Leggi questa poesia di Neruda che si intitola E ti bacio la bocca bagnata di crepuscolo:
No, non voglio baciarti
in una giornata di sole.
Non voglio che sia estate.
Non voglio che sia in mezzo alla folla.
Vorrei baciarti in una di queste sere d’inverno,
quando il sole scolora nel grigio e nel freddo;
quando sarà più facile
trovare, insieme,
l’alba dentro l’imbrunire.
Ci sarebbero centinaia di esempi, ma non posso non dedicare due righe a Picasso che ha sempre detto di avere copiato molto e ha sempre fatto un elogio al copiare. Lui disse probabilmente la cosa più importante:
(…) copiare se stessi è più pericoloso che copiare gli altri. Porta alla sterilità.
Percorso “storico” – parte terza
Ultima parte dedicata al mondo che del copiare è riuscito a fare una industria: la moda! Tranne qualche guizzo, possiamo dire che è solo questione di tempo e … a volte ritornano:
- Pantaloni a sigaretta, a palazzo, a tubo, a zampa;
- Gonne maxi, midi, mini;
- Bermuda, ciclisti, short;
- Cappotti, mantelle, cappe;
- Maniche a sbuffo, in pizzo, larghe, tre quarti …
Chi ha superato i 50 anni ha praticamente già visto le prossime passerelle 🙂
I pensieri circolano oppure si scopiazza?
Quelli che pensano di essere copiati da tutti e quelli che pensano di avere bisogno di prendere spunti da altri
C’è un fenomeno che trovo molto interessante, un fenomeno che ha due facce opposte:
- ci sono persone che sono convinte, sicure, certe, di essere sempre copiate da altre. A partire da cose banali, come la pubblicazione di un post su un social, fino alle cose che acquistano (hanno sempre un’amica che compera le stesse cose) e alle situazioni di lavoro;
- ce ne sono altre che sentono il bisogno di cercare ispirazione da ciò che fanno gli altri perchè si sentono prive di fantasia e creatività e non hanno mai “lo spunto” giusto e personale. E quando ce lo hanno non si sentono sicure, quindi buttano l’occhio per rassicurarsi.
In entrambe i casi c’è qualcosa da rivedere con la fiducia in se stessi che, se da un lato abbonda, dall’altro è carente. E’ probabile che ci sia qualcosa da sistemare anche con l’autostima, eccedente versus insufficiente.
… e dunque?
Copiare humanum est, ma anche citare la fonte! Non credo ci sia nulla di male nell’ispirarsi al lavoro altrui, ma anche quando lo si trasforma è molto, ma molto, carino e gentile citare la fonte e ringraziare per l’ispirazione.
Non parlo di diritti d’autore, che ci infiliamo in un ginepraio da avvocati, ma di buona educazione. Di buona educazione e di gratitudine.
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