”A volte sembra ieri, altre un secolo. La percezione del tempo non è sempre uguale, un episodio a volte sembra accaduto ieri, altre un secolo fa.
Credo che anche a te sia accaduto di pensare ad un episodio che a volte sembra accaduto ieri, altre un secolo fa.
A volte sembra ieri, altre un secolo
Grazie ad Einstein e alla sua teoria della Relatività, sappiamo che non esiste “lo stesso tempo” nell’universo. Il passare del tempo dipende da dove lo si misura; ad esempio non c’è simultaneità tra ciò che accade ora sulla Terra e ciò che accade sul Sole o sulla Luna. E questa è scienza, fisica per l’esattezza, e c’è poco da discutere.
Ma succede, qui sul pianeta terra, che pensando ad un’esperienza vissuta, a volte abbiamo l’impressione che sia appena accaduta, altre che sia accaduta un sacco di tempo fa. E’ una sensazione particolare, che lascia perplessi. Perchè il trascorrere del tempo per noi è un dato, lo diamo per certo. Sappiamo la differenza tra ciò che è accaduto da poco e ciò che è accaduto da tempo. Percepiamo il trascorrere del tempo. Ma a volte no!
L’atto del percepire comprende già in sè una trasformazione, perchè è la presa di coscienza di una realtà che esterna, attraverso un processo che è interno. Ciò che vedo dipende da ciò che c’è da vedere, ma anche da ciò che i miei occhi mi permettono di vedere. La percezione è di per sè una interpretazione.
A volte sembra ieri, altre un secolo
Come mai? Cosa succede?
Questo fenomeno accade a tutti. E non è detto che si ricordi come accaduta ieri una situazione bella e si ricordi come qualcosa di lontano un episodio che ci ha fatto soffrire. Così come non è detto il contrario. Perchè non è “la qualità” dell’esperienza che ci fa cambiare la percezione del tempo.
La maggiorparte di noi ricorda benissimo
- il primo giorno di scuola;
- il primo bacio;
- una determinata sgridata, data o ricevuta;
- una gaffe, eccetera eccetera
Ma non per tutti “sembra successo ieri”. Per molti, al contrario, il ricordo c’è chiaro e nitido, ma la percezione è esattamente quella del tempo che è trascorso. Tanti anni fa …
Quel che fa la differenza è l’emozione legata al ricordo. Una ricerca ha dimostrato che la paura è quella che influisce maggiormente sulla percezione del tempo. E anche in questo caso ci viene in aiuto l’esperienza per comprendere questa affermazione. Se hai vissuto un episodio in cui hai provato paura, sicuramente sai quanto sembri lungo il tempo. Si dice anche nel linguaggio comune “il tempo sembrava non finire e la paura sembrava non passare mai“. Sempre per restare nel campo delle esperienze comuni, chi ha paura del dentista sa bene di cosa sto parlando (scarica in proposito il mio e-book https://flaviaepsiche.it/ebook/).
Ovviamente, l’altra variabile importante è l’intensità dell’emozione vissuta.
Qui trovi un articolo molto interessante in proposito https://www.focus.it/scienza/scienze/come-percepiamo-il-tempo
E cosa c’entra l’età?
Se non ci sono impedimenti fisiologici, di memoria ad esempio, per questioni emotive, con l’età … i ricordi sembra che affiorino. Sarà che ci si prende un pò più di tempo per pensare a sè. Sarà che si fanno i bilanci. Sarà che si è più sensibili a ciò che è stato. I ricordi si accumulano anche, dai oggi e dai domani. E sono lì e li vai a rivedere.
E gli stessi anni che sono trascorsi sembra impossibile che siano così tanti
https://flaviaepsiche.it/2021/01/04/sei-sessantenne-ma-e-accaduto-a-tua-insaputa/
Il cinema e lo scorrere del tempo
Il cinema è lo strumento perfetto per comprendere come possa essere particolare la nostra percezione del tempo. Nell’arco di due ore possiamo assistere al passare di anni e avere la percezione di averli vissuti tutti.
Protagonisti che all’inizio del film sono bambini, alla fine sono dei vecchi. O viceversa, come nella pellicola “Il curioso caso di Benjamin Button”
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_curioso_caso_di_Benjamin_Button_(film)
Segui la storia, ti ci appassioni, ci entri dentro e in due ore hai vissuto 20, 30 o 1000 anni. E lo stesso film, a seconda delle emozioni che si provano, ci può sembrare corto, lungo o infinito.
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