Skip to main content

«Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima»
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

Tutto uguale, fin dal 1900

    … il tempo non passa mai

E’ rimasto pressochè tutto uguale, dal 1900 a oggi. Poi dicono che il “tempo vola”! Eppure pensavamo agli anni 2000 in modo completamente diverso e oggi, ventun anni dopo, ci dobbiamo ricredere!

Alla fine del 1900, quando si pensava al nuovo secolo, si pronosticavano scenari

  • o catastrofici, come quello sul temuto millenium bug che era stato previsto con scalpore e timore e poi si rivelò ben controllato
  • o fantascientifici, tipo la serie di cartoni animati dei Jetson, con auto volanti e case automatizzate al massimo.

Benvenuti anni 2000

Poi il nuovo secolo è arrivato, i cambiamenti ci sono stati, anche se meno stravolgenti di quelli immaginati, ma alcune cose non sono mutate. Tra queste vi è purtroppo, ancora, la divulgazione di un genere pubblicitario che non fa onore

né ai prodotti che vorrebbe vendere

né a chi li produce

né, tantomeno, a chi lo pensa e lo realizza.

Sai che, guardando cose come questa, penso di essermi sbagliata. E’ dal 1800 a oggi che è tutto uguale!

Non che sia facile, ma sarebbe possibile fare di meglio

Mi rendo conto che fare pubblicità non sia facile. Anzi credo proprio sia molto difficile. Ci vuole il guizzo artistico, ma anche la capacità di fare connessioni. Si deve parlare a tutti e colpire la fantasia di ognuno. Si deve fare un buon lavoro e deve dare risultati. Insomma, una roba mica da poco!

Il processo della comunicazione è complesso e articolato e quello che viene detto, nasconde sempre una parte di implicito da cui nasce. Quella parte di implicito è il pensiero sottostante, ciò che genera la comunicazione. Ma un’altra parte di quell’implicito è latente e appartiene un po’ al mondo del preconscio e un po’ a quello dell’inconscio.

Il terreno è dunque molto scivoloso. E le immagini, che sono il regno della pubblicità, sono anche il linguaggio dell’inconscio.

Questo dovrebbe essere sufficiente a illustrare la complessità con cui hanno a che fare i pubblicitari, ma anche ad illustrare le loro responsabilità

Questo iceberg racconta molto bene la responsabilità che hanno coloro che realizzano pubblicità sessiste e denigratorie dell’immagine femminile. Pochi mesi fa, in tv, due “comici” hanno detto che “più delle parole contano le intenzioni”. Eh no, troppo facile così. Le parole e le immagini contano e tantissimo!

(https://www.repubblica.it/spettacoli/tv-radio/2021/05/01/news/bufera_su_pio_e_amedeo_per_le_frasi_su_omosessuali_ebrei_neri_il_web_e_la_poitica_insorgono-298960541/)

Cosa è cambiato dal 1900?

Le novità del nuovo secolo

Non si può dire che ci siano grandi novità, ne avevo parlato anche qui https://flaviaepsiche.it/2021/03/05/dalla-notte-dei-tempi-la-storia-non-e-cambiata/https://flaviaepsiche.it/2021/03/05/dalla-notte-dei-tempi-la-storia-non-e-cambiata/

Lo scenario del nuovo secolo si è arricchito, non solo pubblicità, ma anche di meme sui social, che propagano all’infinito pessimi messaggi.

E’ proprio quando, sulla pagina Facebook di Femmes et rèclame, pubblico qualche meme per farne denuncia e per contestarlo, che ricevo maggiori critiche.  Di sicuro mi becco questi due commenti:

“E fattela una risata”

“Ma basta con sto femminismo, che avete stufato”

Eh no, non sono solo uomini a dire così. Questo è un problema, perchè vuol dire che siamo noi stesse a non aver ancora compreso davvero quanto sia pericoloso far finta di niente. Non si può riderci su. Non è ironia. Purtroppo.

 

Link

Un libro datato, ma interessante è La pubblicità: sempre meglio che lavorare

https://www.amazon.it/pubblicit%C3%A0-sempre-meglio-che-lavorare/dp/8888404007

https://it.wikipedia.org/wiki/Pubblicit%C3%A0

https://flaviaepsiche.it/2021/05/28/stereotipi-ne-abbiamo/

https://flaviaepsiche.it/category/femmes-et-reclame/