”Uno degli aspetti più belli degli esseri viventi sono le emozioni.
Purtroppo non siamo molto allenati a riconoscerle e facciamo dei grandi pasticci ...
Tu chiamale se vuoi, emozioni … così cantava Lucio Battisti in una meravigliosa canzone. Sono il sale della nostra vita e anche lo zucchero. Danno il sapore e spesso anche il senso alle nostre azioni. Chissà anche tu quante volte hai detto l’ho fatto per …
- gioia
- amore
- rabbia
Averci a che fare dovrebbe essere semplice, visto che fanno parte di noi … ma non è mica così! Vanno conosciute, poi riconosciute nel momento in cui si provano e poi gestite. Un lavoro introspettivo che passa sia attraverso la mente, sia attraverso il corpo. Se guardiamo come si comportano i bambini ci possiamo rendere conto di quanto le emozioni ci diano da fare e di come sia possibile che gestiscano i nostri comportamenti, se noi non sappiamo gestire loro.
Ma quanto sono utili, una volta che abbiamo capito cosa ci fanno provare, cosa ci permettono di esperire e come ci fanno stare!
Classificazione
In generale vengono classificate in due tipi:
- primarie, altrimenti dette innate, fondamentali, differenziali, discrete, non ulteriormente scomponibili
- secondarie ovvero complesse, apprese, componenziali, miste
Le prime si innescano in modo automatico e originano da conoscenze di carattere implicito.
Le seconde necessitano di attivazione fisiologica e cognitiva. Cioè sono l’effetto dell’apprendimento individuale e di modelli di comportamento socialmente condivisi dalla cultura di appartenenza.
A cosa servono
La premessa è poco scientifica, me ne rendo conto, ma le emozioni sono davvero il sale della vita. Servono a orientarci verso ciò che ci fa stare bene e ad allontanarci da ciò che ci fa stare male … ovviamente bisogna riconoscerle. Loro non si presentano dicendo il loro nome, ma si fanno sentire. La sensazione di “buco allo stomaco” può essere paura oppure stupore o, ancora, rabbia … sta a noi riconoscere quale sia l’emozione che ce lo fa provare. Passano attraverso il nostro corpo e noi dobbiamo essere abbastanza attenti da percepirle anche quando lo fanno in modo lieve. Servono a dirci cosa stiamo provando, a indicarci una strada possibile.
Detto in modo più tecnico, le emozioni hanno importanti funzioni:
- organiche preparano l’individuo a rapide risposte motorie, adeguano lo stile cognitivo alle domande dell’ambiente, dirigono le decisioni
- relazionali e sociali, infatti forniscono informazioni sulla nostra posizione nell’ambiente, sulle intenzioni comportamentali degli individui, assegnano valenza positiva o negativa alle esperienze, adeguano il comportamento del singolo a quello della società di cui fa parte
Tipologia
Gli studi sull’argomento hanno radici lontane, iniziano da “What is an emotion” di William James nel 1884 e hanno anche la caratteristica di non avere quasi mai messo d’accordo nessuno … al punto che non ne abbiamo una definizione. Poteva dunque esserci accordo sulla suddivisione della tipologia delle emozioni?
La ruota delle emozioni
Vi presento quella di Plutchik che è quella che preferisco. Nel 1980 ha creato la ruota delle emozioni o cono delle emozioni fatto di quattro coppie di emozioni primarie che mescolandosi producono una vasta varietà di esperienze emozionali. Ogni emozione ne ha una opposta.
- gioia /dolore
- paura/rabbia
- disgusto/accettazione
- sorpresa /attesa
Non sempre la stessa emozione è vissuta con la stessa intensità; ad esempio, la rabbia al suo minimo livello di intensità è fastidio.
L’intelligenza emotiva
E poi mi piace anche tanto la suddivisione che ne fa Goleman che propone otto famiglie emozionali fondamentali in cui vengono tutte raggruppate:
- COLLERA: furia, sdegno, risentimento, ira, esasperazione, indignazione, irritazione, acrimonia, animosità, fastidio, irritabilità, ostilità e, forse al grado estremo, odio e violenza patologici.
- TRISTEZZA: pena, dolore, mancanza d’allegria, cupezza, malinconia, autocommiserazione, solitudine, abbattimento, disperazione e, in casi patologici, grave depressione.
- PAURA: ansia, timore, nervosismo, preoccupazione, apprensione, cautela, esitazione, tensione, spavento, terrore; come stato psicopatologico, fobia e panico.
- GIOIA: felicità, godimento, sollievo, contentezza, beatitudine, diletto, divertimento, fierezza, piacere sensuale, esaltazione, estasi, gratificazione, soddisfazione, euforia, capriccio e, al limite estremo, entusiasmo maniacale.
- AMORE: accettazione, benevolenza, fiducia, gentilezza, affinità, devozione, adorazione, infatuazione, agape.
- SORPRESA: shock, stupore, meraviglia, trasecolamento.
- DISGUSTO: disprezzo, sdegno, aborrimento, avversione, ripugnanza, schifo.
- VERGOGNA: senso di colpa, imbarazzo, rammarico, rimorso, umiliazione, rimpianto, mortificazione, contrizione.
Goleman fa una cosa che mi piace ancora di più, parla di intelligenza emotiva. Mostra come avere un buon quoziente intellettivo possa essere una qualità importante, ma non sufficiente per riuscire a raggiungere i propri obiettivi nella vita. Perchè c’è un altro quoziente che va considerato, ed è quello emotivo. Ciò che ognuno di noi è, deriva da un mix fatto di intelligenza concreta, quella che conosciamo come tecnica e di abilità pratiche, e di intelligenza emotiva.
Insideout
C’è ancora una suddivisione che mi piace tanto, ma tanto tanto, ed è quella del film Insideout.
Nulla di scientifico 🙂 ma così evocativo, così comprensibile e così utile a piccoli e grandi per iniziare a pensare alle emozioni, per comprendere come possiamo essere burattini nelle loro mani se non le conosciamo e se non riconosciamo i loro segnali. E se noi adulti non sappiamo come ci muovono le nostre emozioni, come possiamo pensare di insegnare ai piccini come comportarsi; come possiamo aiutarli quando ci mandano segnali; come possiamo riconoscere i segnali che ci mandano?
E nel lavoro, come facciamo se non riconosciamo la nostra rabbia ? Di certo non vediamo quella altrui, a meno che non sia fin troppo evidente. E via di questo passo.
Tu chiamale se vuoi, emozioni. Ma cerca di riuscire a chiamarle per nome e cerca di conoscerle tutte.
Gestire le emozioni
Chissà quante volte hai sentito dire che è importante “saper gestire le emozioni”… ma cosa vuol dire? Che sia, forse, il famoso va dove ti porta il cuore? Mmmm … non credo proprio.
E’ una questione non semplice, che prevede la capacità … o meglio i tentativi, di mettere in equilibrio cervello e cuore: sì, vai dove ti porta il cuore, ma fallo accompagnare dal cervello. Se la tua emozione ti porterebbe verso qualcosa che per te non è funzionale, non ci andare. Mente e cuore non devono andare in due direzioni diverse e non ci vanno se pensi in primis a te … il famoso sano egoismo.
Il corpo e la mente non sono separati, ma camminano insieme e così vale per le emozioni ed i pensieri. Non è facile trovare un equilibrio, ma è possibile. E’ possibile ed è fondamentale per stare bene.
Chiudo con Alda Merini, che ha saputo dire quel che più conta sulle emozioni, ha fatto un sunto che, a mio parere, è perfetto.
Ciò che nella vita rimane,
non sono i doni materiali,
ma i ricordi dei momenti felici che hai vissuto e ti hanno fatto felice.
La tua ricchezza non è chiusa in una cassaforte, ma nella tua mente.
E’ nelle emozioni che hai provato dentro la tua anima.
Link utili
https://flaviaepsiche.it/2021/04/02/la-paura-fa-90-e-fa-anche-danni/
https://flaviaepsiche.it/2021/03/26/impara-a-ri-conoscerla/
https://it.wikipedia.org/wiki/Emozione
https://www.disneyplus.com/it-it/movies/inside-out/uzQ2ycVDi2IE