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Hai presente il "retro" dei negozi, dove i commercianti sistemano la merce, preparano tutte le cose necessarie per la loro attività?
Ecco anche io ho il mio "retro" nello studio di psicologia

Backoffice e psicologia

Tutto quello che avresti voluto sapere, ma che non hai osato chiedere

 

Il backoffice è, banalmente, un retrosportello ed è fatto di tutti quegli aspetti che sono necessari per il buon funzionamento di un ufficio, uno studio, una attività. Nel backoffice si compiono tutte quelle attività che sono rivolte all’utente, ma che lui non vede. Ti racconto di come funziona il mio e lo faccio perchè:

  • probabilmente nemmeno ci hai mai pensato che esista
  • succedono cose che ti riguardano se sei cliente di un professionista che lavora come faccio io
  • potrei stupirti e l’idea mi piace un sacco 🙂

Cinquanta minuti e via, avanti il prossimo

Se hai avuto a che fare con la Psicologia sai già che le sedute individuali durano da 40 a 50 minuti, a seconda degli orientamenti dei professionisti.

Se sei di quelli che “non credono alla psicologia” (e di questo prima o poi ne parliamo, che è una delle poche cose che mi fa proprio perdere le staffe. E’ come dire “non credo alla nefrologia” – “non credo alla otorinolaringoiatria” … una cosa davvero senza senso. Ops … scusa, l’ho detto che mi fa perdere le staffe!!!) …  Dicevo che potresti anche aver pensato “facile così, una chiacchierata di nemmeno un’ora, una volta la settimana e via …”.

Non è esattamente così. Al colloquio psicologico segue sempre un lavoro da parte del professionista. Non posso parlare a nome della categoria, ma ti racconto volentieri cosa succede nel mio studio, dopo un colloquio.

Il backoffice del mio studio: dopo i canonici 50 minuti

In questo periodo pandemico la prima cosa che faccio riguarda lo studio.

  • Spalanco la finestra (che non è mai stata chiusa durante i colloqui, nemmeno a gennaio)
  • Disinfetto tutte le superfici, anche quelle che non sono state usate … tu is megl che uan e anche tri e for is megl che uan
  • Preparo per il colloquio successivo
  • Lascio per me ulteriori cinque minuti per controllare il telefono, fare due passi

Tra un colloquio e quello successivo

Il backoffice del mio studio: tra una settimana e quella successiva

L’incubo della burocrazia

 

Prima di tutto cerco di essere in linea con gli obblighi di legge, questo vuol dire che compilo tutta la modulistica che riguarda la gestione della contabilità e il Sistema Tessera Sanitaria e la Legge sulla Privacy. Non così tanta roba in vero, ma per me equivale a scalare una montagna perchè proprio per le questioni contabili e affini sono una vera frana. Se volete conferma vi faccio parlare con quel santo del mio commercialista, che è davvero pentito di avermi accolta come cliente.

La parte clinica

Non si finisce mai di studiare, questo è uno degli aspetti che adoro del mio lavoro perchè amo tantissimo studiare. Non amo le classificazioni diagnostiche e devo dire che raramente ho avuto bisogno di farle, ma l’aspetto clinico è fondamentale. E una linea guida è necessaria. A livello teorico e anche a livello clinico/diagnostico.

Poi, controllo il materiale che è stato prodotto in studio, ad esempio test o disegni o materiale che mi è stato portato. Di sicuro non manca mai il genogramma che per me è indispensabile.

Non sai cosa sia il genogramma?

OK, me lo segno, farò un articolo anche su questo.

Quindi studio. Per ognuno confronto teorie e consulto autori che hanno parlato della parte che sto cercando.

Come categoria abbiamo, a mio parere giustamente, l’obbligo di raggiungere un dato punteggio di ECM, Educazione Continua in Medicina. Cerco corsi che abbiano a che fare con le situazioni che in quel momento sto seguendo.

Poi, scrivo qualche appunto o registro un vocale con uno di quei registratori piccoli che forse nemmeno si trovano più … il mio è decennale ormai! Da nessuna parte compare il nome di nessuno, uso sigle che per me sono identificative delle persone.

Poi, eh sì … ancora un “poi” … cerco romanzi, storie, saggi, film, canzoni, poesie, immagini, quadri che sono stati evocati durante i colloqui. Faccio connessioni. Lascio aperta la finestra della creatività e dell’arte senza le qali non sarei in grado di lavorare.

Poi, c’è la parte della intervisione con qualche collega di riferimento. Eh sì … tra di noi ci parliamo, collaboriamo, ci confrontiamo, ci aiutiamo. Questa parte è fondamentale nel lavoro psicologico e serve tantissimo proprio ai clienti. Perchè il rischio è quello di non vedere tutto, specialmente di non vedere i nostri errori. Avere colleghi di fiducia, che per ognuno di noi sono un punto riferimento, è qualcosa di fondamentale.