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“Il consumatore è un lavoratore che non sa di lavorare.”
(Jean Baudrillard)

La faccenda è importante: diciamo ai produttori che sono anche loro dei consumatori. Tutti consumiamo beni e servizi, tutti necessitiamo di tutele.

Diciamo ai produttori che sono anche loro consumatori

Come ben sai, quando siamo alla guida ci sentiamo automobilisti e ci danno fastidio i pedoni. Una volta parcheggiata l’auto diventiamo pedoni e ci dà fastidio il traffico.

Ecco, la questione dei consumatori e dei produttori è uguale!

Nell’immaginario collettivo il consumatore ha una borsa della spesa in mano o qualcosa di simile. Alla posta, ad esempio, non ci rendiamo conto che lo siamo nello stesso modo. Consumatori non di oggetti, ma di servizi!

Quando dico che siamo consumatori a tempo pieno, intendo dire che lo siamo TUTTI  https://flaviaepsiche.it/2021/03/24/consumatori-a-tempo-pieno/

Poi, per il Codice del Consumo, il consumatore ha determinati aspetti e un professionista, nellìagire nell’ambito del suo lavoro, non ha la veste di consumatore. Ma quello che intendo dire è che tutti consumiamo prodotti, beni e servizi!

Purtroppo si fa ancora molta fatica a riconoscersi in questo ruolo, pur essendo nei fatti il ruolo che rivestiamo sempre. Non c’è nulla che si faccia senza essere consumatori o, se preferisci, utenti.

People have the power!

Mica finisce lì la questione.

Non solo non abbiamo ben inserito il file di essere consumatori h 24, ma non abbiamo nemmeno chiaro che … siamo detentori di potere. Un enorme potere che non esercitiamo.

Abbiamo potere a diversi livelli:

  • di trattativa
  • di orientamento del mercato
  • nella scelta della qualità dei prodotti
  • addirittura dell’orientamento dei prezzi.

Purtroppo  la cultura consumerista è ancora posizionata ad un livello tendente al basso, mentre il consumismo continua a farla da padrone.

Negli ultimi decenni è stato fatto un grande lavoro, ed è questa la strada che bisogna perseguire: corsi di formazione anche a livello scolastico e conferenze per il pubblico adulto sono sicuramente due degli strumenti da privilegiare.

Nel mio piccolo faccio entrambe le cose, ogni qualvolta ne ho la possibilità. L’esperienza che mi porto a casa è sempre più o meno la stessa: lo stupore dei partecipanti! A me sembra di dire cose ovvie, invece non è così evidentemente. Racconto casi, reali, e le soluzioni … ma ciò che stupisce di più è la narrazione sull’errore fatto in quella situazione da parte del consumatore. Quasi sempre emerge che anche i partecipanti si sarebbero comportati nello stesso modo. E questo accade perchè ci sono cose che NON SI SANNO.

A solo titolo di esempio, non si sa:

  • che non si può acquistare qualcosa pensando “tanto poi se non mi piace/non mi va/cambio idea, lo cambio”. Non funziona così, questo è un errore del consumatore
  • che il negoziante non ha obbligo alcuno a cambiare la merce, a meno che non sia difettosa
  • che la garanzia dei prodotti vale due anni

… Ma ci sono altre cose, più psicologiche, che non si sanno. Ad esempio che

non è detto che:

  • avere milioni di informazioni su un prodotto, aiuti nella scelta
  • messe davanti ad uno stesso oggetto, entrambi percepiscano lo stessa cosa

Siamo in gara. Chi salirà sul podio?

Le aziende sanno perfettamente che il profilo del consumatore sta cambiando e si stanno attrezzando … noi consumatori dovremmo arrivare prima di loro a notare e a conoscere a fondo questa metamorfosi che ci riguarda in prima persona.

Il mondo industriale ha le antenne per captare ogni cambiamento del pensiero del consumatore e adegua i suoi messaggi alle nuove esigenze, lo fa certamente in modo strumentale e al fine di un guadagno. Del resto il guadagno è uno dei motivi per cui si lavora quindi non ci vedo nulla di strano né di sbagliato in questo meccanismo.

Non perdiamo questa opportunità

Quello che vedo è una grande opportunità per i consumatori, che con la consapevolezza e con scelte precise di sostenibilità possono orientare il modo di lavorare delle aziende. Quindi se non ci si occupa della cultura consumeristica e non ci si attrezza per fare empowerment sui consumatori, si produce un duplice danno. Più che continuare a fare a braccio di ferro, sarebbe preferibile seguire lo stesso percorso … che poi alla fine anche i produttori sono consumatori.

Link

Puoi trovare tutti gli articoli di flaviaepsiche sulla Psicologia del consumatore, qui https://flaviaepsiche.it/category/psiconsumatore/

Qualche info sulla Psicologia del Consumatore https://www.psiconline.it/area-professionale/ricerche-e-contributi/la-psicologia-del-consumatore.html

C’è un autore che parla di economia liquida, è Bauman. Leggi qui se vuoi saperne di più https://it.wikipedia.org/wiki/Zygmunt_Bauman