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Quando leggi il passato solo con sguardo romantico,
rischi di raccontare e raccontarti delle mezze verità.

La memoria storica

Lasciate che siamo noi a dirvi come è andata

Baby boom

La memoria storica è quella di chi c’era e può raccontare come eravamo, davvero però!

Troppe volte ho sentito dire alla mia generazione “beati voi che avete vissuto i mitici anni ’60. Il boom italiano, il benessere, non vi è mancato nulla!

Lo hai sentito anche tu?

Ma è difficile capire che se negli anni 60 ci siamo nati, abbiamo goduto ben poco di quegli anni?

Eravamo piccoli, molti di noi avevano ancora le fasce nelle gambe (tortura che fortunatamente è cessata proprio in quel periodo). Siamo cresciuti col televisore in casa, questo sì. Ma siamo sicuri che sia proprio un bene? Non lo sapremo mai.

Più BOOM che baby

Semmai quello che ricordiamo sono i conti che facevano i genitori per pagare le cambiali: quello che non si racconta mai è che, proprio durante i mitici anni 60, sono diventati a portata di mano sia la pubblicità sia la prima forma moderna di credito al consumo. Sono nati i primi bombardamenti pubblicitari con i primi elettrodomestici che erano anche status symbol.

Quello che ci ricordiamo di quegli anni, semmai, è che:

  • in casa si camminava con le pattine per non rigare i pavimenti;
  • sulla tv, in bianco e nero, c’era la copertina per proteggerla dalla polvere;
  • noi eravamo … il telecomando, perché per cambiare canale bisognava alzarsi e schiacciare la tastiera sulla tv.

( Il festival di Sanremo iniziava in quegli anni lì https://flaviaepsiche.it/2021/03/04/grazie-dei-fiori/ )

Ricordiamo che almeno uno dei genitori faceva il doppio lavoro per pagare le cambiali che aveva firmato per comperare la 500 o la lavatrice o il televisore o qualche altra moderna novità dell’epoca.

Della scuola elementare, che oggi si chiama scuola di educazione primaria di primo grado, ricordiamo che:

  • gli insegnanti controllavano che avessimo le mani e le orecchie pulite;
  • quando un adulto entrava in classe ci alzavamo tutti in piedi e, al cenno dell’insegnante, salutavamo in coro con un buongiorno;
  • facevamo quasi sempre ginnastica in classe perchè le palestre spesso non c’erano;
  • facevamo i compiti prima in brutta copia e poi in bella;
  • studiavamo le poesie a memoria e per geografia dovevamo compilare le cartine mute;
  • davamo del lei a tutti gli adulti.

Dopo il Boom, il piombo

A dieci anni siamo approdati nei 70 e quelli che abbiamo vissuto, passando per un periodo di Austerity in cui l’energia era razionata, erano gli ANNI DI PIOMBO, anni di lotta armata e terrorismo. Così quando avevamo 18 anni, età fatidica in cui erano concesse le prime uscite serali, venivamo spesso fermati da posti di blocco in cui militari ci chiedevano i documenti e poi ci invitavano a rientrare a casa.

Ho solo voluto ristabilire un po’ di dati di realtà e fare un minimo di ricostruzione storica, perché avremmo anche avuto le prime carrozzine fighe, ma molti di noi hanno avuto le gambe fasciate per mesi. Tutto sto miracolo italiano non è che ve lo abbiano raccontato tutto e bene bene.

La memoria storica

Ossia quello che non ti hanno detto

Il doppio lavoro

In quasi tutte le case il sistema lavoro era complesso. I padri facevano quasi tutti due lavori, uno in regola e l’altro nel “tempo libero”, mentre quelle mamme che non avevano un lavoro fisso ne avevano uno in nero. Perchè quel boom non era facilmente sostenibile con un solo stipendio. Perchè era esploso tutto insieme. Prima il nulla, poi tutto. Allora ci voleva la macchina, ci volevano la televisione, la lavatrice e i piccoli elettrodomestici. La moda era a portata di mano e la tv divulgava i primi modelli da seguire. Tutto ciò andava mantenuto e un lavoro non era sufficiente.

La memoria storica

Gli anni di piombo

Tutto è improvvisamente cambiato, la grande crisi del petrolio e la lotta armata hanno preso il posto dell’avvento del consumismo. I fine settimana in Austerity volevano dire uscire senza le macchine, i centri delle città erano spopolati di auto … paesaggi che non si vedevano da oltre un decennio.

Il doppio lavoro non si faceva più “a testa alta”, ma di nascosto, perchè qualcosa nell’aria era cambiato. Il terrorismo faceva paura. Sono stati anni terribili.

Anche il mondo scolastico era in piena ribellione, il ’68 aveva aperto una strada di protesta molto forte.

Nelle strade circolava droga, molti giovani ne facevano largo uso. Sono stati anni di lutti tremendi.

Ti suggerisco un libro, che in forma di romanzo racconta di quel periodo https://www.amazon.it/Figli-Vanni-Maurizio-Blini/dp/8898771231

PAROLA CHIAVE: Obiettività

  • Ogni medaglia ha due facce, guardarne solo una non aiuta
  • Prendere atto anche degli aspetti negativi