”Amarcord, mi ricordo ... certi ricordi riappaiono grazie a uno stimolo che li stuzzica fino a quando fanno capolino e tu rimani lì, tra lo stupore e l’incredulità
Uno stimolo qualsiasi e torni chissà dove con la mente
Amarcord …
Amarcord e non mi amarcordavo più. Nel primo caso si apre un mondo quando, all’improvviso, ritornano i ricordi che non sapevi più di avere. Il secondo caso, quello di non amarcordavo più è la nostra difesa, che non è esattamente dimenticare, quanto evitare di ricordare.
Ti è mai successo di sentire un profumo che ti ricordasse qualcuno?
Oppure di sentire una canzone che ti riportasse indietro nel tempo e in un luogo che non frequenti da anni?
O, ancora, di ritrovare una vecchia fotografia che ti ha aperto un cassetto pieno di ricordi?
Amarcord o non amarcordavo più …
Basta poco che ce vò, dice Giobbe Covatta. Possiamo dirlo anche noi in merito ai ricordi nascosti (che abbiamo nascosto) in qualche anfratto del nostro magazzino mnemonico e che emergono all’improvviso. Basta poco che ce vò, basta:
- un profumo, due note musicali, un’immagine;
- ritrovare un oggetto oppure perderlo;
- uno stato d’animo, una associazione di immagini, di parole, una connessione neurale;
- anche essere in terapia, lì proprio uno alla volta escono tutti, come si dice quelli belli e quelli brutti.
Il ricordo ritorna senza chiedere il permesso
Ricordare può essere una esperienza bellissima, quando è qualcosa che avevamo “archiviato” perchè la memoria era talmente piena che era avere tutto lì, a portata di mano. Qualcosa deve essere sacrificato, è una mera questione di spazio. Come nel pc, la nostra memoria esterna sono proprio le fotografie o i nostri diari (a proposito, poi ne parleremo del diario personale, perchè non è mica una roba solo da ragazzini!!!). Quando una foto ti ricorda le vacanze, il mare o i monti, una festa o un traguardo raggiunto è un bel ricordare. Quando una canzone ti ricorda la colonna sonora della tua storia d’amore è un piacere ricordare.
Ma non è sempre così, succede che a tornare a galla siano proprio quei ricordi che sono finiti al fondo del magazzino della nostra memoria perchè laggiù ce li abbiamo infilati noi.
Ecco com’è che passiamo da Amarcord a non m’amarcordavo più in quattro e quattr’otto.
Eppure credevi di averlo nascosto bene …
Se non vuoi più qualcosa, sai bene come fare per disfartene. Se invece pensi che potrebbe esserti ancora utile, lo metti in standby, spento, ma pronto all’uso. Certi ricordi sono così, pesanti, dolorosi, impegnativi e ingombranti e non vogliamo pensarli, perchè pensandoci dobbiamo fare qualcosa. Allora metterli da parte, accantonarli per un pò ci può sembrare un buon compromesso. Allontaniamo il momento in cui dobbiamo affrontarli. E loro stanno esattamente dove li mettiamo per qualche tempo, ma poi emergono e a quel punto dobbiamo farci i conti.
Al comando ci siamo noi
I ricordi non fanno quello che vogliono loro, ma fanno esattamente quello che vogliamo noi perchè siamo noi a non riuscire ad affrontarli. Spesso si tratta di episodi, di fatti accaduti e non sempre senza il nostro consenso.
Ma se eravamo d’accordo, perchè poi non vogliamo ricordare? Perchè non fanno parte di come noi sappiamo di essere o di come noi vogliamo essere. Sono ingombranti anche perchè ci mettono in una posizione scomoda, una posizione in cui dobbiamo guardarci sotto una luce che non avevamo considerato. Jung diceva che siamo fatti anche di Ombra, di una parte che non ci piace, una parte scura che siamo bravissimi a riconoscere negli altri, ma che facciamo fatica a riconoscere che appartiene anche a noi. Meno conosciamo le nostre Ombre, più è probabile che prima o poi le mettiamo in azione.
Accade anche che vengano dimenticati episodi traumatici in cui il consenso non c’è mai stato, siamo nell’ambito dei traumi, delle violenze, degli abusi. E’ evidente che in questi casi la nostra Ombra non c’entra nulla, è evidente che in questi casi si cerca di dimenticare perchè ricordare vuol dire rinnovare ogni volta un dolore fortissimo che non si vuole rivivere. Più che mai in queste situazioni è necessario l’aiuto di un professionista per elaborare quanto vissuto e per poter integrare quelle parti che sono state fortemente segnate.
Come mai ci nascondiamo da soli i nostri stessi ricordi?
Quando non si tratta di un problema di memoria, questo meccanismo ha lo scopo di difenderci, difenderci da un dolore che non riteniamo di poter sopportare ed affrontare in quel momento, difenderci dalle conseguenze che potrebbe generare. Freud (è il padre della psicoterapia e anche se è datato lo citerò spesso come ho già fatto, ad esempio, qui https://flaviaepsiche.it/2021/03/04/psicopandemia-della-vita-quotidiana/) ci ha detto che, in buona sostanza, rimuoviamo desideri che riteniamo inaccettabili, che non sono in sintonia con l’idea che abbiamo di noi stessi.
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Ti ci riconosci?
Se hai già avuto l’esperienza di ricordare qualcosa che avevi rimosso, prova a vedere se il fatto corrisponde all’idea che hai di te, all’immagine che hai di te, a come sai di essere tu oggi. E’ molto probabile che non corrisponda affatto alla persona che conosci tu e questo potrebbe essere il motivo per cui hai preferito “archiviare”.
- E cosa succede quando riemergono?
Succede che dobbiamo farci i conti, dobbiamo guardare in faccia i nostri impulsi, i nostri desideri, le nostre miserie anche, perché anche di questo siamo fatti. La maschera della persona, quella che definiamo IO, almeno con noi stessi dovremmo concederci di toglierla. Siamo fatti anche di Ombra, di parti che riteniamo negative, che riusciamo bene a identificare negli altri e molto meno bene in noi stessi. Queste nostre parti è invece molto importante che ci siano chiare ed evidenti, perchè solo conoscendole possiamo non metterle in azione.
Inizia a essere più chiaro il concetto di amarcord o non m’amarcordavo più?
Mi ritorni in mente …
A volte è un profumo, altre una canzone, oppure del cibo, o un vestito dimenticato … è sufficiente uno spunto e certi ricordi fanno capolino e ti dicono che no, non li avevi dimenticati. Avevi fatto come si fa con un bel vestito, che magari non ti va più bene, ma lo avevi pagato tanto e non riesci a disfartene. Lo metti da parte, aspettando di capire cosa fartene.
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Freud e la rimozione https://it.wikipedia.org/wiki/Rimozione