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Dalla notte dei tempi, è sempre la stessa storia. Stereotipi e pregiudizi sulle donne si sprecano proprio

Sempre la stessa solfa

Dalla notte dei tempi, la storia non è cambiata. La pessima abitudine di utilizzare stereotipi e pregiudizi sull’immagine femminile è sempre la stessa.

Vecchia come il cucco, appena oggi inizia a cambiare il passo. Ma tranquilli, se si libera un po’ un ambito, ce n’è già un altro pronto a continuare la pessima abitudine.

Guarda queste immagini … sono passati un sacco di anni, la grafica è cambiata. L’abbigliamento e il look sono cambiati. Gli stereotipi sono sempre gli stessi. L’immagine della donna nelle vecchie pubblicità assomiglia a quella odierna. Che noia mortale!!!

Si sa che gli stereotipi sono duri a morire. Si sa anche che non è proprio che muoiano, semmai cambiano. Ma resistono. E quelli sul mondo femminile, in Italia, si ripetono uguali da secoli. Si può scegliere tra una vasta gamma. Esiste proprio una sorta di campionario, dove è possibile scegliere. E ce n’è per tutti i gusti: dall’angelo del focolare alla prostituta.

Sempre protagoniste con gli stessi ruoli

Da che esiste la pubblicità non c’è mai stato un tempo in cui la donna e i ruoli che le venivano attribuiti dalla società non siano stati il soggetto principale. Con “ruoli attribuiti dalla società” mi riferisco a quelli cosiddetti femminili di:

  • casalinga;
  • moglie;
  • madre;
  • lavoratrice, ma di lavori femminili per definizione che riguardano la cura, la segreteria, l’insegnamento e poco altro.

Un discorso d’altri tempi che inquadra le pubblicità fino alla prima metà del 900, fino agli anni 60.

In quegli anni il movimento femminista esisteva, ma non aveva ancora la grande eco che raggiungerà poco tempo dopo e la maggior parte delle stesse donne si riconosceva nei ruoli attribuiti dalla società.

Quei ruoli erano gli unici che poteva realmente ricoprire, molte altre strade erano precluse, impensabili. Fin da piccole le femmine venivano tenute a distanza dai maschi, i giochi erano ben distinti così come le classi a scuola e alcuni percorsi scolastici – dall’educazione fisica, all’educazione tecnica che per le femmine era ad indirizzo domestico.

E così, mentre i maschi studiavano chimica e facevano esperimenti in laboratorio e costruivano marchingegni, le femmine ricamavano o facevano la maglia. Non si può dire che le nostre sorelle avessero molta scelta.

E la pubblicità presentava esattamente quella realtà, ma la travestiva per buona e giusta.

Se c’è qualcosa che puoi fare in quanto donna, c’è anche qualcosa che non puoi fare per lo stesso motivo

Poi, piano piano, quei panni sono diventati stretti, perchè non era “solo” una questione dei ruoli affidati alle donne, ma anche una questione di ruoli preclusi. E non era “solo” una questione di ruoli preclusi, ma anche una questione di sottomissione. Una identità non riconosciuta per secoli. A pensarci vengono i brividi. E in un altrove è ancora così.

Mai smettere di indignarsi https://flaviaepsiche.it/2021/02/06/benvenuti-nel-mondo-delle-donne-immaginarie/

Molte giovani fanciulle, oggi non sanno nulla di tutto ciò. Non solo giovani fanciulle, in realtà. E altre non giovani fanciulle, sanno ma se ne fregano. Altre ancora pensano che non siano “cose” importanti.

Ecco per tutte loro è necessario fare qualcosa. E’ importante che

  • sappiano
  • comprendano
  • si ribellino

E noi, continueremo, con loro.